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'Morire di pace'. Stasera la storia vera di Stefano Melone

Lo spettacolo teatrale è tratto tratto dalla storia vera del maresciallo elicotterista di Orvieto morto per l'esposizione in Kossovo all'uranio impoverito

"Giuro di essere fedele alla patria" sperando che la patria mi sia fedele. Ma quando non è così? Indossando una divisa quando qualcuno tradisce, mente, non dice tutta la verità, si rischia la vita.
Questa è la storia di una donna innamorata e sposa d'un militare. D'un militare tradito dai propri ideali, lasciato morire per un'assenza di verità. Ci sono battaglie che non finiscono, che continuano ad uccidere anche dopo l'ultimo colpo sparato. Ci sono guerre generatrici di un nemico invisibile che uccide vinti e vincitori, un nemico della vita, qualsiasi forma di vita. Ci sono silenzi che vanno uccisi con la verità. Ci sono vite che vanno ricordate ad alta voce.

Stasera, lunedì 30 ottobre presso la Sala del Carmine alle 21.00 verrà messo in scena lo spettacolo di narrazione " Morire di Pace", tratto dalla storia vera di Stefano Melone(nella foto?. "La compagnia Teatrale " Cinque anelli" di Roma - afferma Paola Vittori, vedova Melone - che si occupa di problematiche legate al sociale, in particolar modo la protagonista, l'attrice Sara Greco, ed il regista Giancarlo Fares, mi contattarono più di un anno fa, perché tramite il sito intitolato a mio marito rimasero molto colpiti dalla sua storia, dalla tragedia che poi è costata la sua vita, legata alla presenza in zone operative all'estero di munizioni all'uranio impoverito, noto come DU (depleted uranium). Dopo aver messo al corrente i miei figli di questo progetto, ho invitato Sara Greco e Giancarlo Fares nella mia casa, dove abbiamo conversato a lungo del vissuto della mia famiglia, felice e fortunata fino a quando Stefano, rientrando da una missione umanitaria in Kossovo, si è ammalato di un tumore maligno senza alcuna speranza di guarigione".

"Le parole - afferma Paola - in alcuni tratti, interrotte da commozione, dolore, ma anche gioia, per i momenti felici passati insieme a mio marito, si sono poi configurate in "Morire di pace". Questo spettacolo è nato come un messaggio di comprensione, una presa di coscienza per tutti coloro che ancora non sanno come degli interessi internazionali possano essere più importanti della vita dei nostri militari. Il grande rispetto che ho verso giovani militari, in tutto 260, ammalati dopo essere rientrati da una missione di pace, la speranza di saperli guariti, mi hanno spronato ancora di più a portare la mia storia in tutta Italia, non certo per una pubblicità, ma per sensibilizzare i nostri vertici politici a salvaguardare la salute di militari, che lontano dai loro cari, servono con orgoglio e spirito di sacrificio la nostra nazione".

"Dedico questo spettacolo - conclude Paola Melone - ai militari che stanno lottando per la vita in un letto d'ospedale, ai loro familiari, a chi mi ha aiutato in modo incondizionato a rappresentare nella mia città questo spettacolo, questa città che Stefano amava moltissimo, alla sua memoria, alla sua vita spezzata".

 

 

 

Pubblicato il: 30/10/2006

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