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A proposito del concerto dei Modena City Ramblers

Il concerto alla Piave scontenta molti. Dopo l'arrivo di alcuni commenti in redazione dico la mia. 'Anche in una festa che dovrebbe unirci quale quella della Liberazione ci troviamo a creare barricate'

Politica

di Valeria Cioccolo

Ho assistito allibita sabato al concerto dei Modena City Ramblers alla Piave. Da alcuni commenti captati tra la folla (numerosa, forse anche perché il concerto era gratuito), sia da alcuni messaggi arrivati in redazione (vedi il Forum, ad esempio), la mia impressione sembra confermata. A molti ha dato fastidio. Non per la musica (può piacere o meno, è questione di gusti), per altro, da "profana", mi è sembrata anche bella, un originale mix di rock, folk, ritmi celtici e irlandesi, realizzata con l'ausilio di strumenti inconsueti, quanto per il continuo e forte riferimento a temi politici con espliciti commenti tra le varie canzoni. Va bene essere contro la guerra, giustissimo essere di sinistra, "sacrosanta" la libertà di pensiero e di parola (guai se non fosse così), ma, secondo me, ci siamo trovati di fronte a una vera e propria violenza psicologica. I ragazzi presenti (per la maggior parte giovanissimi), trovavano giusto esaltarsi al ritmo e alle parole del leader dei Modena, Stefano "Cisco" Bellotti, e mi è venuto da pensare, sanno perché sono qui, sanno perché stanno saltando come invasati, ragionano sulle loro scelte? Anche le bandiere della pace, gli appelli contro la guerra (anche questi "sacrosanti" e pienamente condivisibili), hanno purtroppo il sapore amaro delle divisioni politiche. Anche in una festa che dovrebbe unirci quale quella della Liberazione ci troviamo a creare barricate e nuovi muri trasformando tutto in propaganda e, sempre secondo il mio parere, in strumentalizzazione delle giovani generazioni, che indossano la maglia di Che Guevara per partecipare alla manifestazione pacifista (che magari si conclude con l'occupazione dei binari delle stazioni, che impedisce solo ad una manciata di pendolari stanchi che si trascinano tutti i giorni al lavoro e non tocca chi invece le decisioni le prende) e per andare in palestra, più per seguire la moda del compagno di banco che per conoscenza della storia.

Il problema è che si è utilizzato un facile mezzo di forte "presa", come è un concerto, che consente però poco spazio per la riflessione. Peccato che le due giornate di festa si siano concluse così, questi ragazzi mi sono sembrati tutti uguali. Vestiti in maniera "originale", ma alla fine senza fantasia. Peccato.

Pubblicato il: 29/04/2003

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