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Il grande Eduardo apre la stagione del Mancinelli


Le voci di dentro
in anteprima nazionale sabato 14 ottobre alle 21 e in replica domenica 15 alle ore 17. In scena, tra gli altri, Luca de Filippo e Carolina Rosi 

foto di copertina

Ad inaugurare ufficialmente la stagione teatrale 2006/2007 del Mancinelli di Orvieto sarà sabato 14 ottobre alle 21, in anteprima nazionale, Le voci di dentro (in replica domenica 15 alle ore 17).

C'è molta attesa per la pièce della formidabile compagnia napoletana, già da alcuni giorni ad Orvieto per allestire lo spettacolo. Oltre a Luca De Filippo saliranno sul palcoscenico Antonella Morea, caratterista efficace dalla notevole presenza scenica, i puntuali Gigi Savoia, Marco Manchisi, Antonio Allocca e la fresca Carolina Rosi, figlia del notissimo regista.

 "Con la messa in scena di Le voci di dentro, dopo Napoli milionaria! desidero proseguire, insieme a Francesco Rosi,  il discorso teatrale sulla drammaturgia di Eduardo. Le due commedie, scritte a pochi anni di distanza (1945 e 1948), - dice Luca De Filippo - segnano infatti il momento di passaggio da un Eduardo in cui è ancora viva la speranza nei grandi cambiamenti e nel recupero dei valori fondamentali, dopo il terribile dramma della guerra, ad un Eduardo in cui disillusione ed il pessimismo prevalgono in misura crescente".

Questo il pensiero di Luca De Filippo, attore e regista che recita il ruolo che fu del padre, e che in una sorta di catarsi si avvia a ripercorrere le tappe artistiche che resero celebre Eduardo in tutto il mondo. Nell'ambiguo rapporto fra sogno e realtà, Eduardo ha imboccato con Le voci di dentro il filone fantastico, convinto che la coscienza delle persone fosse in qualche modo contaminata, che una sottile corruzione morale, al di là di atteggiamenti di superficie, fosse ormai penetrata in profondità, "riportando a quella connivenza - prosegue Luca - e alle responsabilità individuali e collettive che avevano rese possibili le tragedie ancora vicine".

Il grande critico teatrale Cesare Garboli scrisse di Eduardo sul Corriere della sera: "Seppe tradire il realismo beffandolo col paradosso, inquietandolo con una pericolosa emulsione di teatro magico e esterrefatto, dove il non senso e gli spettri sono di casa né più né meno del maccherone riscaldato o del ferro da stiro. Sempre partendo dal quotidiano, Eduardo liberava una sostanza popolare nascosta, preziosa e immateriale. E lo spirito di Napoli si lasciava sfuggire un anello bluastro, una spirale di fumo inatteso".

Le formidabili, lancinanti folgorazioni eduardiane trovano una regia, quella di Francesco Rosi, oculata e attenta, tesa al rispetto del testo con le felici intuizioni dell'artista. Lo spettacolo si pregia anche delle importanti scene di Enrico Job, un altro big che si confronta con l'autore partenopeo, che ha guardato alle tele di un grande pittore per disegnare "un'ossessione simile a quella del Caravaggio, - dice Job - da me molto citato come sincretico reperto fotografico, nell'insistito bianco e nero della scena, dove l'unico vero colore, come per Caravaggio appunto, è l'incubo del sangue e dell'assassinio".

Uno spettacolo denso, quindi, che perdere significherebbe non ri/trovare, e che nel panorama odierno può valere una sera, strappata con forza alla televisione.

 

Il premio Nobel Salvatore Quasimodo scrisse su Il dramma che "l'ironico, il tragico, il grottesco hanno cadenza di alto ritmo. Ho sognato - grida Alberto - ma ormai il sospetto è entrato in casa Cimmaruta: l'uno viene accusato dall'altro, la crudeltà, la vigliaccheria si rivelano a ogni parola".

 

Sono gli ultimi giorni disponibili per abbonarsi alla Stagione Teatrale 2006/2007.  

Per qualsiasi informazione è possibile contattare il botteghino del teatro al n. 0763/340493 oppure visitare il sito www.teatromancinelli.it

Pubblicato il: 12/10/2006

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