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Gli scavi a Porto Pagliano emblematici di un modo virtuoso di valorizzare il patrimonio


Studenti entusiasti, professori ed studiosi soddisfatti dei risultati della campagna 2006. Auspicata una collaborazione solida tra enti diversi e privati

Studenti entusiasti, professori ed studiosi soddisfatti dei risultati.
La campagna di scavi 2006 al porto romano di Pagliano, presentata ieri mattina, ha portato alla scoperta di un nuovo settore dell'impianto portuale. L'ampliamento ha portato alla luce la parte iniziale di un lungo corridoio di accesso di circa 40 metri sul quale si aprono sei ambienti.

In uno degli ambienti indagati e lungo un muro del corridoio di accesso, è stata rinvenuta una notevole quantità di materiali: anfore vinarie e olearie, una di queste utilizzata per una probabile sepoltura a incinerazione; ceramica sigillata aretina di notevole qualità; cinque monete in bronzo di epoca imperiale, aghi in osso, un ago in bronzo utilizzato per tessere reti da pesca, pedine e un dado da gioco in osso.

E poi, proprio nell'ultimo giorno di scavi, è emersa la parte di un architrave con un due pesci in bassorilievo. La scoperta ha acceso ancor più lo spirito degli studenti, guidati dal tutor Alessandro Trapassi, che si sono dati appuntamenti al prossimo anno.(nella foto)

Se ci saranno i fondi necessari per valorizzare ulteriormente quello scavo di Pagliano.
Il dottor Paolo Bruschetti, della Sovrintendenza ai beni archeologici dell'Umbria, responsabile dello scavo, fa notare che " abbiamo raschiato il barile e le risorse sono esigue e in costante diminuzione".
L'accordo tra Sovrintendenza e scuola di etruscologia e archeologia dell'Italia antica, con il supporto significativo dell'Azienda di Corbara,  sta producendo ottimi risultati e meriterebbe infatti la giusta attenzione da parte di tutte le istituzioni amministrative ed economiche del territorio. E' un esempio, un "modo" emblematico di proficua collaborazione tra privati, ente statale, Fondazione Faina e Fondazione CSCO che merita ulteriori adesioni, perché potrebbe condurre alla valorizzazione di una rete importante di siti e quindi ad incrementare l'appeal del territorio. E' una di quelle iniziative che valgono e che sono assolutamente coerenti con la vocazione e con i processi di costruzione del brand della città.
Stefano Talamoni per il CSCO, Giuseppe della Fina per la Fondazione e Daniela Patrizi, per la proprietà dell'azienda di Corbara e Paiolo Bruschetti per la Sovrintendenza hanno rassicurato sulla loro volontà di perseguire questo progetto, oltre il semplice scavo scientifico del sito archeologico.

 

Pubblicato il: 07/10/2006

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