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Gli umbri poveri sono oltre 130mila

Nel disagio le famiglie con un solo genitore e quelle con anziani che vivono soli

foto di copertina

Sono circa 138 mila in Umbria le persone che vivono in povertà. Le più esposte sono le famiglie con un solo genitore e quelle con anziani che vivono soli, o in coppia, ma senza il sostegno di altri familiari. Il dato è emerso durante l'incontro dal titolo "Progetti e azioni di contrasto ai processi di impoverimento in Umbria e nel Paese", organizzato dalla Regione Umbria nell'ambito di "Socialmente '06", la manifestazione di approfondimento di tematiche sociali, in corso fino al 1 ottobre nei comuni dell'Alto Tevere umbro. Erano presenti il sottosegretario al Ministero della solidarietà sociale, Franca Donaggio, il presidente del Consiglio regionale, Mauro Tippolotti, l'assessore regionale alle politiche sociali, Damiano Stufara, il presidente dell'Anci-Umbria, Catiuscia Marini, il presidente dell'"Irs", Emanuele Ranci Ortigosa, il docente dell'Università di Salerno, Paolo Montesperelli, il giornalista, Riccardo Bonacina. "Complessivamente in Umbria la percentuale di famiglie povere e del 9,1 per cento - ha detto Montesperelli - Di queste il 5 per cento sono appena povere, il 4 per cento molto e l'8 per cento quasi o a rischio povertà". L'età media della persona indigente è di circa 64 anni, non ha nessun titolo di studio o solo la licenza elementare. Vive solo o in coppia con un altro anziano. Questa tipologia ormai consolidata è affiancata da un nuovo profilo di persona povera, che non supera i 44 anni di età, ha frequentato le scuole medie inferiori, ha un lavoro precario o con bassi profili professionali. "Negli ultimi anni alla Caritas si rivolgono soggetti che fanno richieste legate a bisogni materiali. Molti hanno perso la casa, oppure chiedono un aiuto per il pagamento di utenze scadute, richiedono microcrediti. Questi soggetti - ha aggiunto Montesperelli -   vivono in povertà estreme, con assenza totale di beni primari che derivano spesso dalla mancanza di lavoro, usura, insorgenza di malattie, assenza di cura e sostegno familiare".

  "Quello dell'impoverimento - ha detto l'assessore Stufara - è un fenomeno che ha spaventato le famiglie italiane che sono costrette ad affrontare difficoltà nuove. La precarietà nel lavoro ha generato un forte senso di insicurezza in particolar modo nelle nuove generazioni. E' necessario - ha riferito - avviare un'azione multidisciplinare per intervenire in modo efficace sul fenomeno ed interrompere i processi negativi che fanno scivolare i nuclei familiari verso un impoverimento sempre più forte. Per fare ciò - ha concluso - bisogna avere nuove risorse per rispondere concretamente ai bisogni".

Pubblicato il: 03/10/2006

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