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Olio: difendere l'origine per non bruciare la ricchezza delle imprese

Dal convegno "l'Olio- qualità e mercato- lo sviluppo del territorio", promosso dalla APROL di Terni

"Occorre alzare il livello di guardia per evitare che l'abuso del Made in Italy, soprattutto sui mercati esteri, provochi gravi ripercussioni economiche e sociali in vaste aree del Centro-Sud dove l'olivicoltura è considerata il motore dell'economia di centinaia di migliaia di aziende agricole". Lo ha affermato Ranieri Filo della Torre direttore di Unaprol ad una settimana dai lavori del convegno "l'Olio qualità e mercato lo sviluppo del territorio", promosso dalla APROL di Terni. Alla vigilia della nuova campagna olivicola-olearia 2006/07, Unaprol richiama fortemente l'attenzione delle istituzioni per rendere obbligatoria in etichetta l'origine del prodotto. "Il mercato dell'olio di oliva, soprattutto quello estero - spiega Unaprol- è un mercato relativamente giovane dove è facile, in assenza di una cultura del gusto italiano e complice l'assenza di regole che tutelino l'origine, confondere i consumatori poco esperti con messaggi che richiamano l' "italian sounding".
"Il successo dell'olio italiano e, dunque, di quello umbro è dovuto essenzialmente alla sua capacità di identificarsi con i territori di produzione - aggiunge Albano Agabiti - e con la loro tipicità e genuinità. Per questo la difesa dell'origine è così importante per i nostri prodotti".
A poco più di un mese dalla nuova campagna viene richiamata l'attenzione anche sull'aspetto legato ai controlli: "soprattutto per quanto concerne - spiega Diego Cusano direttore area controlli Agecontrol - l'importanza della funzione di prevenzione e indirizzo. Ad agevolare una gestione strategica dei controlli sono l'identicità delle procedure di verifica, l'omogeneità dei criteri di applicazione delle procedure e l'omogeneità di valutazione dei casi concreti". Per quanto riguarda gli aiuti per il comparto Renzo Lolli - direttore del settore promozione, miglioramento e aiuti sociali AGEA - ha spiegato come: "nell'ambito di attuazione dei nuovi programmi triennali per la qualità nel settore oleario, sia necessario far riferimento alla positiva esperienza dei precedenti regolamenti comunitari 1334 e 1331, in applicazione dei quali è stato possibile ammettere ad aiuto, grazie al costante confronto operativo con le organizzazioni di operatori ed un efficace sistema di controllo, circa il 97% delle somme rendicontate a saldo".
"L'olio extra vergine di oliva - conclude Filo della Torre - rappresenta un valore sociale ed economico da difendere. E' indispensabile attuare una seria politica economica di filiera che aiuti i grandi marchi italiani e le imprese del settore olivicolo a non bruciare ricchezza e a non perdere valore sui mercati".

Pubblicato il: 29/09/2006

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