Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Sì all'assestamento del bilancio
Durissima l'opposizione

Alienati beni comunali per 12milioni, riparato un "buco"di oltre 6milioni. La più grande manovra finanziaria del Comune di Orvieto

foto di copertina

di Stefania Tomba

ORVIETO - Vendite immobiliari per 11milioni e 300mila euro per ripianare un buco in bilancio di 6 milioni e 400 e ricominciare a guardare al futuro: varata ieri a tarda sera, con l'appoggio della maggioranza compatta e il no polemico dell'opposizione, la più grande manovra che il Comune di Orvieto ricordi negli ultimi 25 anni. Una manovra che segna anche lo sfondamento del patto di stabilità, decisione assunta, come spiegato, per non dover rinunciare ai finanziamenti già in cassa per opere definite cruciali, come la Complanare e il Paao.

Del patrimonio immobiliare del Comune verrà alienato, in parte attraverso il mercato, in parte nell'ambito di accordi di programma con Regione e Provincia, l'ex convento delle Zitelle Sperse (1milone 600mila euro), l'ex mattatoio (1milione e mezzo), l'edificio ex Eca (250 mila euro), i negozi di via San Leonardo (510mila 400 euro), l'edificio presso il Foro boario (156mila euro), i locali di porta Romana (180mila euro), il centro servizi impresa di Bardano (1 milione), il mezzanino di piazza della Repubblica, sede del comando di polizia municipale (300mila euro), l'edificio mensa della Piave (2milioni 194mila 200 euro) e l'edifico Ipsia (3 milioni 680 mila euro).  

Durissima l'opposizione: An e Fi non hanno mancato di chiedere le dimissioni dell'esecutivo puntando il dito, la prima sulle "spese folli" del Comune e la seconda sull'incapacità di programmare e raggiungere obiettivi. "I vostri progetti - ha detto Morcella (Fi) - dall'università ai rifiuti, sono tutti falliti e ora ci venite pure a dire che avete speso il 25% in più del bilancio complessivo per la gestione, neanche a causa di investimenti".

Amareggiato Conticelli (Altra Città) che, già nel 2003 - come ha ricordato - parlava di città "sparametrata" che non sarebbe stata in grado di affrontare i futuri bilanci. Non ha fatto sconti Altra Città indicando "le responsabilità dell'assessore e l'estemporaneità della manovra della quale fino a martedì non erano stati resi noti i motivi delle variazioni in bilancio" affrontate solo "all'ultimo in relazioni frettolose". Di una sola relazione si è detto soddisfatto Conticelli, quella dei servizi sociali (l'unica datata a giugno scorso, le altre sono dei primi di settembre) in cui si descrive "una situazione disperata dei servizi che andava denunciata".

Ma il gelo sull'esecutivo è sceso con le parole del capogruppo dello Sdi, Barbabella. "Non c'è il coraggio delle scelte - ha detto - se serve vendere 11 milioni di immobili si vendano, anche la Piave: non è uno scandalo. Ma che lo si faccia per costruire qualcosa e non per accontentarci delle briciole".

Altro spunto destinato a far discutere quello offerto dal capogruppo Ds, Gambetta per il quale "la manovra di risanamento andava fatta prima" o il sasso lanciato da Piccini (Pdci) che ha fatto notare come "nel piano triennale delle opere pubbliche non figuri la bretella di Sferracavallo" definita una priorità davanti all'assessore Mascio non più tardi di due settimane fa. "Non sempre la selezione degli investimenti segue la necessità", ha detto. 

Pubblicato il: 28/09/2006

Torna alle notizie...