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Le nozze di Figaro al Mancinelli

Omaggio a Mozart. Il 18  19  e 20 agosto

Nel duecentocinquantesimo anno dalla sua nascita, anche Spazio Musica vuole rendere omaggio a WOLFGANG  AMADEUS  MOZART, uno dei più gradi geni musicali di tutti i tempi e quindi metterà in scena al teatro Mancinelli il 18 19 e 20 agosto Le Nozze Di Figaro.
L'opera, unanimemente considerata uno degli esempi più perfetti di drammaturgia musicale è il primo frutto della collaborazione fra Mozart e Lorenzo Da Ponte ed è tratta dalla omonima commedia di  Beaumarchais. Per i suoi contenuti provocatori e socialmente attuali e per la perfezione del suo febbrile ritmo teatrale, finì per essere il più grande successo dell'intera carriera artistica di Mozart, e trovò immediata e duratura rispondenza nei teatri di tutta Europa. Da allora, l'opera non ha mai cessato d'essere ammirata e prodotta, neppure nel XIX secolo, che si dimostrò per altri versi sordo e crudele nei confronti di larga parte del teatro mozartiano. In tempi più vicini a noi, si sono cimentati con il capolavoro di Mozart, raggiungendo grandi risultati artistici, Luchino Visconti (a Roma, con Carlo Maria Giulini), Jean-Pierre Ponnelle (a Salisburgo con Herbert von Karajan), Giorgio Strehler (prima a Versailles con Georg Solti e quindi alla Scala con Riccardo Muti), Gian Carlo Menotti a Spoleto.
 E' la storia di una giovane coppia di servitori che alla vigilia delle nozze deve difendersi dall'aristocratico di turno, che invaghito della bella sposa, non vuole rinunciare al feudale ius primae noctis.
Gabriella RAVAZZI propone un allestimento classico con costumi e scenografie rigorosamente d'epoca.

WOLFGANG  AMADEUS  MOZART
 
nacque A Salisburgo, nel 1756. Il padre Leopold Mozart  era un apprezzato violinista della cappella musicale del principe-arcivescovo della città. Egli intuì presto il precoce ed eccezionale talento musicale del figlio, che a 6 anni già scriveva minuetti per cembalo e a 9 componeva le prime sinfonie, e dedicò ogni cura alla sua formazione musicale e a preparagli una carriera che presagiva luminosa.  Nel disegno pedagogico paterno ebbero un ruolo importante i viaggi musicali, progettati con il duplice fine di far conoscere il fanciullo prodigio e di portarlo a contatto con le diverse personalità, ambienti e stili della musica europea. Una buona metà degli anni 1762-72 Wolfgang Amadeus li trascorse in giro per l'Europa in compagnia del padre. Diede concerti, a volte in duo con la sorella Annamaria, conobbe compositori e personaggi autorevoli, ascoltò molta musica, assimilando con incredibile facilità nella, propria sbalorditiva inclinazione musicale le diverse tradizioni artistiche con le quali veniva in contatto. Dopo le prime esibizioni a Monaco e alla corte di Vienna, tra i 7 e i 10 anni compì un lungo viaggio nell'Europa nord-occidentale, toccando molte città della Germania, fermandosi a Parigi e a Londra dove, anche per il tramite di Johann Christian Bach, prese consapevolezza della musica strumentale e teatrale di matrice italiana.
In Italia fu tre volte, tra il 1770 e il 1772. Nel primo viaggio le sue esibizioni pubbliche a Verona, Mantova, Milano, Bologna (dove ebbe lezioni da padre Martini), Firenze, Roma (dove il papa Clemente XIV lo insignì dell'ordine dello Speron d'oro), Napoli, furono coronate dalle rappresentazioni al teatro Ducale di Milano della sua opera Mitridate rè di Ponto. Ad esse, nel 1771 e 1772 seguirono, nella stessa città e teatro, altre due opere. Tra un periodo di viaggi e l'altro rientrava a Salisburgo, occupava il posto di Konzertmeister nell'orchestra arcivescovile o quello di organista nelle chiese della città, studiava e soprattutto componeva. Ma la città natale, che pure vantava un'attiva vita musicale, gli andava stretta e gli venne presto in uggia. Ogni occasione era buona per chiedere temporanei congedi, soprattutto per far rappresentare opere nuove, giacché il teatro musicale era la sua aspirazione più alta. L'insofferenza crebbe quando fu nominato arcivescovo Hieronymus conte di Colloredo, uomo severo e assai poco propenso a consentire che Wolfgang si allontanasse dalla città e dal posto di lavoro. Mozart cercò inutilmente una diversa sistemazione a Mannheim e a Parigi, dove nel 1778 morì la madre che lo accompagnava. La rottura diventò irreparabile nel 1781. A 25 anni Mozart lasciò Salisburgo,il posto nella cappella e la famiglia e si stabilì a Vienna, con l'intenzione di affrontare la libera professione. Sposò Costanza Weber, che aveva conosciuto a Mannheim, e intraprese la conquista del mondo musicale viennese, che era dominato dalla personalità di Haydn. I primi anni ottenne successo, soprattutto come solista nelle esecuzionipubbliche e private durante le quali suonava i suoi concerti per pianoforte e orchestra; diede lezioni private; gli editori, Artaria soprattutto, pubblicavano volentieri le sue composizioni; la rappresentazione dell'Entfùhrung aus dem Serali (II ratto dal serraglio) fu accolta con grande favore. Per ironia della sorte, il successo professionale e mondano di Mozart presso il pubblico viennese andò scemando proprio negli anni in cui egli scrisse i suoi capolavori: le tre opere su libretto di Da Ponte (Le nozze di Figaro, Don Giovanni, Così fan tutte), le ultime sinfonie, i quintetti e le più memorabili musiche da camera.  Specchio della difficile situazione esistenziale era il peggioramento della sua condizione economica, con la continua ricerca di commissioni e le richieste di prestiti ai fratelli della loggia massonica. Un viaggio nel 1789 a Praga, Dresda e Berlino alla ricerca di una sistemazione stabile e onorata non diede gli esiti sperati.
Precocemente logorato nel fisico, morì di febbre reumatica a Vienna, nel dicembre del 1791. Seppellito in una fossa comune insieme ad altri, si perse subito la memoria del luogo della sua tomba.

LE NOZZE DI FIGARO, Don Giovanni, Così fan tutte  riassumono l'opera buffa italiana, ma nello stesso tempo la trascendono, realizzando un tipo totalmente inedito di commedia musicale. I personaggi escono dalle tipizzazioni e si esprimono come persone, con individualità di affetti e di pensieri, che si confrontano e scontrano, nelle arie a solo, ma ancor più nei duetti e nei pezzi d'insieme, ben più numerosi che nelle opere buffe degli italiani contemporanei.
Altrettanto nuova è la partecipazione orchestrale

Pubblicato il: 16/08/2006

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