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Università. Il Professor Sorrentino contesta la scelta delo rettore perugino

Il presidente del Corso di Laurea Ingegneria Informatica e delle Telecomunicazioni  afferma che "Una decisione del genere può essere assunta soltanto con delibere del consiglio di Facoltà e del Senato Accademico"

ORVIETO - "Una decisione del genere può essere assunta soltanto con delibere del consiglio di Facoltà e del Senato Accademico". E' con questa dura presa di posizione che il   presidente del Corso di Laurea Ingegneria Informatica e delle Telecomunicazioni, il professor Roberto Sorrentino contesta, in maniera ferma ed aperta, la decisione del rettore Bistoni di non rinnovare per l'anno accademico 2006-2007 la convenzione per l'attivazione, presso il Csco di Orvieto, del Corso di laurea. Lo ha fatto, in maniera sollecita, inviando in questi giorni una lettera al preside della Facoltà e al Rettore dell'Ateneo nella quale sottolinea come il documento di programmazione didattica del Consiglio della Facoltà di Ingegneria, cui il rettore fa riferimento quando spiega le ragioni che impediscono l'attivazione del corso ad Orvieto - ovvero la mancanza di un quadro di programmazione certa e condivisa sulla didattica dei corsi di studio -  "non è stato approvato dalla Facoltà e non può essere quindi - precisa il professore - qualificato come verbale della seduta". Seduta nella quale è stata approvata - indica ancora il professor Sorrentino a motivo della sua protesta - la mozione in cui si sottolinea l'utilità del corso di studi a Orvieto nel generale interesse della Facoltà. "Considerato che "la disattivazione di un Corso di studi, 'che opera in modo costruttivo nell'interesse della Facoltà' - come recita la mozione - regolarmente attivo da molti anni e che è stato formalmente inserito dal Senato Accademico nel manifesto 2006/07 dell'Università di Perugia rappresenta un fatto d'importanza strategica e per la Facoltà e per l'Ateneo" - dice ancora il professore - considerato che "in ultima analisi, tale disattivazione è da ricollegarsi non a carenze del Corso di studi, bensì ad iniziative prese da terzi (Csco e Università La Sapienza) chiedo che l'eventuale disattivazione del corso di laurea sia deliberata nell'ambito di specifici ordini del giorno dal Consiglio di Facoltà e dal Senato Accademico".
Un passo importante questo che dovrà ottenere una risposta, in un senso o in altro, dall'Ateneo. Mentre in città si accavallano le proteste di ogni colore e ad ogni livello e in Comune si cerca incessantemente una mediazione attraverso il ministero, come conferma il sindaco Mocio.
Anche la Cgil è intervenuta per definire quello che sta accadendo "un fatto grave e ingiustificato" che - dice il sindacato - rischia di interrompere la "filiera" legata all'alta formazione che la città, in una logica di "sistema  regionale" in sintonia con lo stesso Patto per l'Innovazione e lo Sviluppo dell'Umbria, sta cercando di far crescere con risultati incoraggianti". "La possibile correlazione tra la decisione dell'Ateneo Perugino e la stipula da parte del Csco della convenzione con la Facoltà di Architettura della Università La Sapienza appare ingiustificabile - aggiunge la nota sindacale - tanto più se inserita nella logica di Umbria Unita, ma al contempo cerniera naturale del centro Italia". "D'altro canto - insiste la Cgil - se è vera e forte oggi la competizione fra gli Atenei è altrettanto vero che l'esperienza Orvietana ha dimostrato di poter svolgere una funzione di attrazione verso lo stesso Ateneo perugino.

Pubblicato il: 12/08/2006

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