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Stroncato traffico illecito di traversine ferroviarie

Sono considetate rifiuti pericolosi, ma venivano vendute attraverso annunci su giornali locali. Quindici persone denunciate alla Magistratura

Centinaia di traversine ferroviarie di legno destinate alla distruzione in Svizzera perché trattate con sostanze cancerogene venivano invece vendute con annunci su giornali locali per essere utilizzate in recinzioni, in vigneti od in palizzate di contenimento del terreno.

Lo hanno scoperto i carabinieri del Comando Tutela Ambiente, con una inchiesta avviata dal Noe (Nucleo operativo ecologico) di Perugia e che ha poi coinvolto anche i Noe di Roma e Firenze.
L' illecito traffico veniva gestito da una organizzazione, operante in Umbria, Toscana e Lazio, della quale facevano parte anche dipendenti della Rfi (Rete ferroviaria italiana), autotrasportatori e loro dipendenti, titolari di ditte edili che lavoravano nei cantieri ferroviari. Quindici le persone denunciate alla magistratura per traffico e gestione illecita di rifiuti, peculato e falso.
A cinque di loro i carabinieri hanno notificato ordinanze applicative di misure cautelari, con l' obbligo di dimora nel comune di residenza. Quattro di loro sono dipendenti della Rfi spa, funzionari e tecnici di medio livello, in servizio in stazioni delle province di Viterbo, Terni e Firenze.

I cinque provvedimenti sono stati emessi dal gip del Tribunale di Orvieto Gianluca Forlani, su richiesta del pm Annalisa Giusti.
L' operazione 'Creosoto' (dal nome dell' olio tossico usato per trattare le traversine) è lo sviluppo di un'indagine che il Noe di Perugia aveva avviato nel febbraio 2005, dopo la comparsa di alcuni annunci economici su una rivista locale per la vendita di traversine in legno delle Ferrovie dello Stato. Essendo queste trattate con sostanze cancerogene (l' olio di creosoto) costituiscono rifiuti speciali pericolosi che richiedono quindi speciali procedure di smaltimento. In Italia non esistono centri di questo tipo e le Ferrovie hanno pertanto affidato l' operazione ad una societa' che le porta in Svizzera.
Dalla indagine è invece emerso che parte di queste traversine, che le Ferrovie sostituivano con quelle più moderne, con la complicità di funzionari e tecnici in servizio nelle stazioni delle tratte di Firenze, Orvieto, Viterbo ed Orte, venivano vendute, al prezzo di cinque-sette euro ciascuna, ad aziende agricole ed imprese edili. Ai clienti, reperiti con gli annunci economici, veniva offerto un 'servizio completo' con la consegna a domicilio. I carabinieri hanno anche accertato che la maggior parte degli acquirenti erano ignari dell' illegittimità dell'operazione di compravendita e della pericolosità delle traversine.
           
Il Noe di Perugia ne ha sequestrate 110 in un'azienda agricola di Orvieto, altre 200 sono state sequestrate dai Carabinieri di Castiglione in Teverina (Viterbo) presso una ditta di materiali edili, mentre il Noe di Firenze ha sequestrato circa 5.500 metri cubi di pietrisco rimosso dalle massicciate ferroviarie e contaminato da sostanze pericolose e circa 200 traverse ferroviarie dismesse. Gli inquirenti ritengono comunque che siano almeno un migliaio le traversine vendute dalla organizzazione smantellata, che operava in una vasta area geografica concentrata nel Centro Italia.
I carabinieri hanno anche sottolineato che non risultano responsabilità da parte della ditta che le Ferrovie utilizzavano per lo smaltimento in Svizzera.

Pubblicato il: 05/08/2006

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