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Sanità. Lenta, medici giù, infermieri su. Così vedono la sanità gli orvietani

Pubblicata l'analisi effrettuata da Rifondazione con circa mille interviste. Ricalca una percezione della situazione già diffusa tra la gente. Ma c'è anche qualcosa che funziona... 

foto di copertina

Questa analisi della Sanità orvietana attuata dal Circolo di PRC disegna uno scenario già percepito, ma forse considerato frutto di esperienze personali e giudizi epidermici e sommari. Mettere insieme mille risposte fornite in totale segretezza ed espresse con tranquillità, dà valore all' immagine emersa, la rende credibile.
Dal confronto tra le risposte che seguono, offerte nei due questionari, circa mille in totale, destinati ad utenti e a personale sanitario, emergono numerose affinità di giudizio, a dimostrazione che la ricerca effettuata esprime una valutazione che rispecchia sufficientemente la realtà della sanità orvietana. Dobbiamo aggiungere che sono valutazioni "confermate", che stavano nell'aria, nei giudizi che raccogliamo continuamente, che qualche volta diventano notizia, che più spesso rimangono lamentele. Ma non mancano anche occasioni di soddisfazione per come vanno le cos in alcuni àmbiti della sanità.
 
Tre sono i punti di pressoché totale accordo tra utenti e personale sanitario:

1. L'insufficienza del personale sanitario, accanto al giudizio negativo del personale medico

2.  L' insostenibilità dei tempi di attesa

3. La necessità che i servizi sanitari restino di gestione pubblica


VERSO UN LIBRO BIANCO DELLA SULLA SANITA' ORVIETANA
Questionario riservato al pubblico


- elaborazione -


Si fa presente che su un totale di circa 850 questionari distribuiti ne sono stati compilati, subito al momento della consegna, 834. Ciò evidenzia una forte volontà di  intervenire nel sistema riportando le proprie esperienze ed impressioni.


Il questionario fa riferimento dunque ad un campione di 834 persone, il 95% del quale dichiara di essersi trovato nella condizione di usufruire dei servizi sanitari pubblici della Asl, mentre il 5% circa ha compilato il questionario senza aver avuto esperienza personale diretta in tale ambito.
Dall'esame complessivo delle risposte date si evince che di questo 5% almeno il 3% ha avuto esperienze indirette con i servizi sanitari pubblici.

il 63% delle persone è stato indirizzato e sostenuto per ciò che concerne le scelte e le procedure necessarie al momento del bisogno, dal medico di famiglia coadiuvato al 12-15% anche consigli di familiari, medici specialisti e conoscenti.

 

 ACCESSIBILITA' DELLE STRUTTURE E DEI SERVIZI

La maggioranza delle persone intervistate, pari al 54%, dichiara di aver incontrato difficoltà nell'accedere alle prestazioni sanitarie necessarie.
Fatto estremamente significativo a tal riguardo è che le risposte ai quesiti che riguardano più puntualmente l'accesso ai servizi sanitari, ovvero la diffusione sul territorio, il sistema di prenotazione delle prestazioni e la facilità di raggiungere le strutture, evidenziano una non soddisfazione dell'utenza, con i valori maggiori che oscillano fra il sufficiente e lo scarso.

Per il 90% degli intervistati tutti i servizi sono connotati da una eccessiva lunghezza delle liste e quindi dei tempi d'attesa. I tempi più brevi per ottenere una visita, nei vari reparti, si attestano sui 30 giorni;  la media è invece è di circa  4 mesi, con punte massime, ad esempio per la fisioterapia, di circa un anno.
Tale situazione induce, per il 93% delle persone, ad indirizzarsi sempre di più verso il settore privato; purtuttavia l'87% ritiene ancora che la gestione della sanità debba essere totalmente pubblica.

 

 OPINIONI SUL PRESIDIO OSPEDALIERO DI ORVIETO

L'accoglienza all'interno dei reparti viene giudicata in larga misura sufficiente, più nello specifico si ha un buon giudizio del personale infermieristico mentre il giudizio sul personale medico è fortemente negativo. Identici giudizi sono stati espressi in merito alla professionalità degli stessi.

La grande maggioranza, oltre l'86%, ritiene in definitiva che il personale sanitario non sia sufficiente affinché che si abbia un buon funzionamento della struttura ospedaliera. 

L'efficienza dei reparti/servizi dell'Ospedale di Orvieto sembra rispettare il grado di gravità e diffusione delle patologie affrontate; vengono indicati come maggiormente efficienti quei reparti in cui un intervento immediato è determinante nella salvaguardia della salute e quindi della vita come ad esempio il pronto soccorso.
A scendere troviamo la cardiologia e la chirurgia, in cui vengono curate le patologie più largamente diffuse fra la popolazione.
A livello più basso di efficienza si trovano i servizi ambulatoriali, probabilmente a causa della non immediata drammaticità delle situazioni affrontate unitamente alla demoralizzazione dovuta alle attese improponibili.

Oltre il 55% degli intervistati non conosce l'Ufficio relazioni con il pubblico (U.R.P.), per il restante 38% è un servizio con scarsa visibilità e soprattutto non soddisfacente.

 

Il giudizio complessivo sulla sanità orvietana mostra un sostanziale bilanciamento fra sufficiente (49%) e scarso (40%), solo l'8% degli intervistati ritiene che il servizio sia buono; il 20% sceglie di non rispondere.

 

 VERSO UN LIBRO BIANCO DELLA SULLA SANITA' ORVIETANA
Questionario riservato al personale sanitario


- elaborazione -


Indicatori descrittivi del campione statistico in esame:

 64% donne
 56% in età compresa fra 40 e 50 anni
 50% personale tecnico ed altro; 40% personale infermieristico; 10% personale medico


Si sottolinea che su 126 questionari consegnati al personale sanitario, solo 5 sono stati riconsegnati nelle urne in bianco, 121 questionari, il 96% circa del totale, sono quindi il campione di riferimento per le analisi del sistema sanitario che ci accingiamo a realizzare.

 

 RAPPORTI UMANI

Il personale vive in maniera non serena nel proprio posto di lavoro: le problematicità riguardano sicuramente la sfera personale.
La maggior parte dei soggetti giudica in maniera mediocre i rapporti con i colleghi, solo una piccolissima percentuale che si attesta fra il 5 ed il 10% ritiene che vi sia un ottimo clima umano e lavorativo. Per il 45% circa i rapporti umani e professionali sono scarsi ed ancora peggiore è lo stato di integrazione fra le diverse figure professionali presenti sul luogo di lavoro.

Il 77% si sente di voler esprimere un giudizio relativamente alla gestione delle risorse umane: quasi la totalità ritiene che questa sia problematica a causa principalmente della gestione dei turni di lavoro, di organizzazione delle professionalità e non per ultimo, dell'incapacità di creare buone relazioni umane.

Grande risulta essere l'insoddisfazione personale: il 78% confessa che in relazione alle proprie capacità ed aspirazioni professionali l'attuale luogo di lavoro  non sia soddisfacente. Le aree di maggior criticità sono individuabili, fra le risposte multiple fornite, la retribuzione salariale ed il livello professionale della struttura.
A fronte di un 32% che ritiene l'attuale impiego una soluzione di vita definitiva, si ha un 67% che aspira ad un cambiamento e la maggior parte di questi si augura un miglioramento delle attuali condizioni di lavoro.

Il 99% degli intervistati ritiene che esistano diversi punti di forte criticità nel Presidio Ospedaliero di Orvieto che principalmente risiedono nella scarsa quantità di risorse umane soprattutto per ciò che concerne il settore infermieristico. È' stato inoltre riportato come punto critico del sistema la scarsa disponibilità di fondi e l'inopportuna gestione degli stessi.
Per il Distretto Sanitario dell'orvietano, si ha la stessa situazione in termini di criticità, con una percentuali leggermente inferiore, pari al 92,5%.

 

 SERVIZI EROGATI

Permane tale simmetria anche relativamente ai servizi offerti: questi sono ritenuti dalla maggior parte, l'89% per il Presidio Ospedaliero e l'80% per il Distretto Sanitario non adeguati; l'87% degli intervistati ritiene che l'utenza abbia una percezione scarsa o addirittura di insufficienza relativamente ai servizi sanitari offerti Presidio ospedaliero. Stessa situazione per le opinioni sul Distretto sanitario ma, come in precedenza, con percentuali più basse, intorno al 73%.
Stesse percentuali si hanno in merito al livello di integrazione tra il Presidio ospedaliero ed il Distretto sanitario.
A tal proposito dalla maggioranza è ritenuto utile, ed in molti casi indispensabile, che i medici di base siano presenti nel sistema e soprattutto che con il loro operato compiano dei significativi interventi di raccordo al fine di ridurre il numero dei ricoveri impropri e nel realizzare le dimissioni protette.

L'esistenza di una forte incomunicabilità fra le due strutture è riportata nelle risposte date al quesito successivo: tale domanda è stata posta in maniera esplicita sia ai dipendenti del Presidio sia del Distretto.
Il 45-50% dei dipendenti delle due strutture dichiara infatti di non conoscere i servizi offerti dall'ente in cui non opera direttamente.

Il 75% degli intervistati ritiene che il servizio debba essere solo pubblico; il 18%  ritiene che alla piena proprietà pubblica si possano aggiungere solo alcuni interventi privati. Si ha, quindi, un chiarissimo quadro in cui l'opinione diffusa vuole che la cura della salute sia un servizio gestito dal settore pubblico nell'interesse della totalità della popolazione.


In ultima analisi è importante sottolineare che l'analisi dettagliata delle risposte non aggregate fornisce un quadro chiaro di grande criticità del sistema sanitario.

L'aspetto più preoccupante riguarda il personale sanitario. Esistono, infatti, forti contrasti interni ai vari livelli professionali, soprattutto fra il personale infermieristico e quello medico. Ciò porta ad un quotidiano fatto di scontri e rapporti non collaborativi che sono alla base di un cattivo funzionamento delle strutture.

Aggravante che porta all'esasperazione tale situazione è la scarsità del personale; risulta, infatti, pressoché unanime il lamentare una forte pressione del carico di lavoro, ciò, unito all'inadeguatezza delle strumentazioni e alla cattiva gestione organizzativa, fa sì che i servizi erogati siano scarsi e qualitativamente parlando non accettabili.

In merito alle prospettive future la situazione on sembra migliorare; a fronte di un 75% che non conosce il piano di riordino del Presidio ospedaliero, sussiste un 25% di persone che ritiene, oltre a lamentare con forza lo scarso coinvolgimento all'elaborazione del piano, assolutamente inadeguato il piano e quindi incapace di porre rimedio alle situazioni di criticità del sistema.


 

Pubblicato il: 31/07/2006

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