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"L'economia orvietana dal 1870 agli inizi del 2000" di Paolo Borrello

Uno strumento necessario per intrepretare le dinamiche economiche e sociali dei nostri tempi. Orvieto e i paesi dell'Orvietano fotografati dai numeri del loro sviluppo negll'ultimo secolo e mezzo
Il libro integrale in formato PDF

foto di copertina

"L'economia orvietana dal 1870 agli inizi del 2000" è il titolo della pubblicazione a cura di Paolo Borrello realizzata dall'Assessorato all'economia e allo sviluppo del Comune.

Un contributo di analisi per affermare il modello di sviluppo del territorio Orvietano tra presente e futuro.

Si tratta di un volume agile con il quale si tenta di analizzare il passato e il presente del sistema economico locale attraverso l'ambito territoriale di riferimento dei dodici comuni del comprensorio orvietano; uno studio che colma un vuoto esistente sull'economia orvietana dal 1870 alla metà del XX secolo. Inoltre, le analisi economiche relative al periodo compreso tra il 1950 e il 1990 - secondo l'autore - erano tutt'alto che numerose, mentre nel periodo successivo, quello che va dagli inizi degli anni '90 fino agli inizi del 2000, la situazione è più leggibile grazie alla pubblicazione annuale curata dal Comune di Orvieto, del Bollettino dell'Osservatorio sulla situazione Economica e Sociale dell'area orvietana.



La ricerca su "L'economia orvietana dal 1870 agli inizi del 2000" - come ha spiegato Paolo Borrello - prende in esame numerose fonti statistiche. Il volume si suddivide in tre capitoli: l'economia orvietana dal 1870 al 1951 dove vengono analizzati i principali caratteri dell'economia locale ed i principali mutamenti in essa avvenuti relativamente al un periodi piuttosto lungo; la situazione economica dal 1951 e al 1991 che prende in esame le principali trasformazioni che hanno contraddistinto questo periodo che, peraltro, consente la maggiore disponibilità di dati e, infine, l'economia orvietana agli inizia degli anni 2000 ovvero quello più vicino al presente che è stato suddiviso in tre paragrafi.

Nel primo vengono esaminati i "livelli del benessere" nella consapevolezza che un sistema economico non può funzionare adeguatamente se esso non contribuisce sufficientemente a determinare un livello di benessere della popolazione se non ottimale, almeno accettabile (sono state utilizzate alcune variabili come il PIL, il reddito,, il tasso di disoccupazione, il tasso di occupazione, il tasso di attività) anche se, resta comunque di non facile soluzione il problema di quale definizione di benessere fare e come misurarlo.  Nel secondo paragrafo è stato analizzato il il ruolo dei principali settori in cui si può suddividere ogni sistema economico e cioè l'agricoltura, l'industria e il terziario di cui sono state esaminate le caratteristiche. Nel terzo paragrafo, infine, sono stati esaminati alcuni dati relativi all'andamento della popolazione  per due motivi: l'aumento può essere considerato un buon indicatore dello stato di salute dell'economia locale e perché i flussi demografici, specie quelli migratori, possono essere influenzati dalla situazione economica e a loro volta fornire indicazioni su di essa.

La sintesi dello studio rimanda una serie numerosa e variegata di informazioni da cui si può rilevare che una parte dei problemi che contraddistinguono la situazione attuale dell'economia orvietana, hanno un carattere strutturale - non congiunturale - perché sono ormai presenti da molti decenni.  Si fa riferimento soprattutto allo scarso peso assunto dal settore industriale, alle dimensioni limitate in termini di addetti delle imprese locali, operanti nei diversi settori, e all'insufficiente propensione al rischio imprenditoriale. Considerare questi problemi come strutturali non significa però che non possono essere affrontati e risolti. E che risultati significativi non possono essere conseguiti nel breve periodo.

L'insufficiente propensione al rischio imprenditoriale ad esempio, viene attribuita ad atteggiamenti di natura culturale fortemente radicati nella popolazione locale e, quindi, per accrescere lo "spirito" imprenditoriale occorre attuare una strategia complessa che tenda anche ad introdurre notevoli cambiamenti nello stesso modo di pensare, ovvero nella "cultura" che  tradizionalmente prevale nell'ambito della società orvietana.  L'indicazione che emerge dallo studio è quella di promuovere azioni più innovative e di più difficile realizzazione, evitando interventi di natura tradizionale. Osservare che determinati problemi persistono nell'orvietano, non deve però impedire di rilevare le profonde trasformazioni che nel corso degli anni hanno interessato il sistema economico locale (il "crollo" dell'agricoltura, la crescita limitata ma non trascurabile dell'industria e la forte espansione del terziario all'interno del quale lo sviluppo del settore turistico iniziato negli anni '60 è considerevolmente cresciuto nel decenni successivi), trasformazioni che hanno contraddistinto l'Italia intera e che nell'orvietano hanno prodotto effetti e mutamenti rilevanti nella struttura economica a partire agli Sessanta del Novecento.

In quel periodo fu particolarmente intensa la crisi dell'agricoltura e il fenomeno dell'abbandono delle campagna che raggiunse dimensioni molto consistenti. Questa situazione determinò notevoli flussi migratori con la conseguenza di una forte riduzione della popolazione, anche perché non si riuscì a crea una alternativa occupazionale, insuccesso che ha avuto delle conseguenze anche agli inizi del 2000, il principale dei quali è l'invecchiamento della popolazione.

Dagli anni '90 fino agli inizi del 2000, alcuni dati riferiti al PIL, al reddito, al tasso di disoccupazione e all'evoluzione della popolazione, dimostrano che lo stato di salute dell'economia orvietana non presentava differenze di notevole rilevo rispetto alla situazione di altre parti del territorio umbro. In alcuni casi, ma non sempre, la situazione dell'economia orvietana era peggiore ma, secondo l'analisi ciò dipenderebbe soprattutto dal fatto che il sistema economico orvietano era ed è ancora un sistema piuttosto articolato ed integrato, nell'ambito del quale nessun settore assumeva un ruolo preponderante impedendo, proprio per questa caratteristica, il manifestarsi di crisi di portata notevole, verificatesi invece in altre zona dell'Umbria.

Ciò non significa che la situazione economica dell'area orvietana è ottimale e che non vanno promossi interventi di varia natura rivolti a migliorarla, al contrario ciò appare urgente soprattutto nella direzione di quelli che appaiono i problemi strutturali. A ciò si aggiunge che l'analisi dei diversi settori economici, che conclude la ricerca, induce spesso a rilevare che le loro potenzialità di sviluppo non sono state e non sono utilizzate al meglio.

In conclusione, dall'analisi emerge che nell'Orvietano esistono i margini per intensificare la crescita economia, introducendo anche cambiamenti nella stessa struttura sociale, affinché prosegua il processo di modernizzazione che, malgrado tutto, è già in atto da tempo.

La pubblicazione realizzata dal Comune di Orvieto è gratuita ed è in distribuzione presso gli uffici dell'Assessorato allo sviluppo economico.

 

Pubblicato il: 24/07/2006

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