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Franco Mussida, la P.F.M. e De Andrè: breve intervista al grande chitarrista italiano


P.F.M. canta DE Andrè. Splendida serata giovedì sera al Festival di Villalago

foto di copertina

di Gianmarco Fusari

"E' stata una bellissima serata». Sono le parole del chitarrista della P.F.M. Franco Mussida al termine di un concerto indimenticabile che si è tenuto giovedì sera all'interno del Festival di Villalago, nei pressi di Piediluco. La Premiata Forneria Marconi, storico gruppo italiano di rock-progressivo, ha scelto il palco della manifestazione umbra per la prima tappa del tour estivo di uno spettacolo eccezionale, "P.F.M. canta De Andrè". La memoria corre subito alla fine degli anni 70 quando il cantautore genovese accettò una scommessa musicale azzardata e la vinse: riproporre i propri brani con gli arrangiamenti rock della P.F.M. in una mini-tournèe, ancora oggi considerata una tappa fondamentale nella storia della musica italiana. Ventisette anni dopo, la Premiata Forneria Marconi è tornata a rendere omaggio all'arte del cantautore italiano scomparso nel gennaio del 1999. Un concerto diviso in due tempi, nel primo la riproposizione dei brani di De Andrè, nel secondo lo spettacolo con i pezzi originali della band. Scorrono via una dopo l'altra canzoni indimenticabili, da "Bocca di rosa" a "La guerra di Piero", dallo straordinario stravolgimento rock di "Un giudice" fino ad arrivare alle sonorità dolcissime della "Canzone di Marinella". E poi ancora, nella seconda parte, il grande genio creativo della P.F.M. con brani che hanno segnato un'epoca, da "River of life" a "Maestro della voce" per finire poi con le obbligate, ma sempre splendide, "Impressioni di settembre" ed "E' festa". Gli spettatori sono entusiasti, seguono tutto il concerto con grande partecipazione fino ad esplodere sulle noti travolgenti de "Il pescatore" di De Andrè che viene eseguita prima dei due bis finali. A suonare sul palco di Villalago la formazione della P.F.M. al completo, fatta eccezione per il tastierista Flavio Premoli che tornerà comunque a breve a lavorare con il gruppo: Franz di Cioccio, voce e batteria, Franco Mussida, chitarre e voce, Patrick Djivas, basso e Lucio Fabbri, polistrumentista. Ad accompagnare la performance anche altri due bravissimi musicisti alle tastiere e alla batteria.

L'incontro con Franco Mussida, storico chitarrista della band, avviene a tarda sera, quando ormai l'enorme flusso di persone che hanno seguito il concerto ha abbandonato gli spalti e a regnare incontrastata è la splendida cornice naturale del Teatro all'aperto di Villalago di Piediluco. Il concerto è stato davvero emozionante e a confermarlo è lo stesso Mussida:

 «D'altra parte era la prima data del tour estivo e quando si parte c'è sempre una gran voglia di fare bene, di ritrovarsi con gli amici musicisti e con il pubblico che questa sera è stato splendido».

"P.F.M. canta De Andrè" nasce in occasione del 25esimo anniversario della tournèe del 79, che avete celebrato due anni fa a Firenze all'ex Teatro Tenda. Doveva essere un concerto unico, poi invece avete deciso di riproporre questo spettacolo in tutta Italia.

«A dire il vero, io personalmente all'inizio ero un po' scettico. Mi piaceva l'idea di ricordare quella splendida tournée e la musica di Fabrizio, ma in un'occasione speciale, in un unico concerto. Poi sono stato simpaticamente "aggredito" da molte persone che invece erano di parere opposto, fin quando non mi hanno convinto che avevano ragione. C'è un'intera generazione di ragazze e ragazzi che sono nati dopo il 1979 e non hanno vissuto quell'evento se non a posteriori, ascoltando il doppio album live uscito qualche tempo dopo la fine della tournée. E' giusto che anche loro abbiano la possibilità di gustare in qualche modo quella esperienza, d'altronde l'entusiasmo dei giovani è tanto ed è un piacere per noi fargli ascoltare questi brani dal vivo».

Come furono scelti allora i pezzi di De Andrè da eseguire durante la tournèe?

«Beh, io ero la persona che aveva il compito di ripercorre a ritroso la discografia di Fabrizio ed individuare le canzoni più adatte ad essere riarrangiate. Così mi chiusi in casa ad ascoltare tutti gli album di De Andrè, compresi quelli che conoscevo meglio, come "La buona novella" del 1970, al quale partecipai come chitarrista. Alla fine individuai 17 pezzi che proposi a Fabrizio e agli altri».

De Andrè approvò quelle scelte?

«Sì, assolutamente, con un'unica eccezione, la canzone "Giugno 73" che Fabrizio volle a tutti i costi inserire in scaletta».

 Con quale metodo la P.F.M. lavorò agli arrangiamenti?

«Ci dividemmo il lavoro. Ognuno di noi aveva i propri pezzi da arrangiare, alla fine poi si assemblava il tutto e si rifiniva con un lavoro di gruppo».

Il risultato fu straordinario. Anche riascoltando il disco a distanza di tanti anni non si può non restare meravigliati dalla magia di quell'incontro. C'è una sintonia incredibile tra la musica di De Andrè e i vostri arrangiamenti.

«E' vero. Inoltre al di là dell'aspetto puramente musicale, va ricordato anche il clima che si respirava sul palcoscenico durante quelle serate. C'era una grande complicità tra noi e Fabrizio. Durante gli spettacoli, accanto a momenti molto seri di riflessione, c'era spazio anche per la goliardia, per il divertimento. Anche questa è una cosa insolita per molta musica di quegli anni, specialmente quella progressive, spesso impigliata in un eccesso di seriosità, con poca autoironia».  

Già negli anni 70 la P.F.M. cercava strade nuove rispetto alla forma-canzone canonica. Oggi, trent'anni dopo, voi siete usciti con un'opera rock, "Dracula". C'è una linea di continuità immagino, anche oggi vi piace andare oltre gli schemi predefiniti nella struttura musicale e cercare nuovi modi per esprimervi.

«Hai ragione, è così. Abbiamo ancora molta voglia di scavalcare il recinto della canzone propriamente detta per avventurarci su strade diverse. A questo proposito a settembre entreremo in sala di registrazione per incidere le musiche di un progetto che ci sembra molto stimolante e che va in questa direzione».

Di cosa si tratta?

«Si intitola "Stati di immaginazione" e lo abbiamo già presentato in alcuni concerti. Il progetto è la "sonorizzazione" da parte della P.F.M. di alcuni video particolari. Protagonisti dello spettacolo infatti sono alcuni cortometraggi, filmati rari che scorrono ininterrottamente e che raccontano degli episodi e dei temi più svariati, i Pigmei alle prese con la costruzione di un ponte di liane ad inizio secolo, il volo di Leonardo, Venezia invasa dalle acque. Il tutto commentato, dal vivo, dai nostri suoni e dalla nostra musica».

Un percorso musicale che continua quello della P.F.M., con nuovi progetti e nuovi territori artistici da esplorare. Senza dimenticare però il passato e l'emozione di brani come "Impressioni di settembre" ed "E' festa" che, non a caso, chiudono magicamente la serata di Villalago, con il pubblico numerosissimo in piedi, ad applaudire e ringraziare un pezzo di storia della musica italiana.

Pubblicato il: 21/07/2006

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