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Orvieto. Una maggioranza con tante sfumature

L'urbanistica tallone di Achille del centrosinistra. Scelte sofferte, tra continuità e novità

ORVIETO - Chi va avanti, chi tentenna, chi fa i conti col passato. La votazione del piano attuativo del Poggente uscita in maniera tutt'altro che indolore dal Consiglio comunale di mercoledì segna, in maniera evidente, la varietà di atteggiamenti all'interno della maggioranza di centrosinistra nel   guardare al passato, ma soprattutto al futuro della città. Con due Ds (il capogruppo Gambetta e Belcapo, già voce fuori dal coro sulla Despina) che hanno abbandonato il Consiglio, ma anche con altri consiglieri , ad esempio quelli della Margherita, che sembra abbiano votato "obtorto collo", la questione urbanistica rischia di diventare la spia di un equilibrio incerto all'interno della maggioranza per i segnali contrastanti che giungono, di continuità e discontinuità rispetto al passato, all'interno della stessa compagine.
Per il consigliere Ds, Capoccia (anche segretario della Quercia) l'atto - come dice ufficialmente - non era da rinviare, così come invece richiesto dal capogruppo del suo stesso partito, Massimo Gambetta.  "Era stato approfondito in tre riunioni - dice Capoccia del piano del Poggente - non c'erano le motivazioni per un possibile rinvio".  "A differenza di me - sottolinea Capoccia - Gambetta ha votato in passato tutti i passaggi precedenti a questo".  
E ora sul ruolo di capogruppo, rispetto al quale già si accavallano illazioni per una possibile sostituzione, Capoccia non conferma e non smentisce. "Se c'è un problema - dice - sarà il gruppo a valutarlo".  
A chiamare in causa il Poggente, tra l'altro, come esempio di una presunta contraddittorietà nelle scelte dell'Amministrazione pronta a partire con un progetto di "ridensificazione" del centro storico, era stato più recentemente un altro Ds, Valentino Filippetti. 

Pubblicato il: 14/07/2006

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