Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Miracolo eucaristico e corteo storico: tanta fantasia, poca realtà

Storia di un miracolo storicamente "incerto" e di un corteo storico "fantastico". Costruita da Mauro Sborra. La sua verve polemica conclude con un ringraziamento a Marcello Conticelli, espressione alta delle capacità artigianali ed artistiche della nostra terra...

foto di copertina

di Mauro Sborra

Nell'ottobre 1949 si tenne in Orvieto il Primo Convegno del Dramma Sacro, e si stabilirono annuali rappresentazioni. Le prime si ebbero nel 1951 : venne rappresentato il "Miracolo di Bolsena" sulle scale del Duomo, ed ottenne un notevole successo, grazie anche alla presenza di attori di un certo livello e di Fernando Tamberlani, regista di tutto rispetto. Doveva essere la prima di una lunga serie, ma non fu così : venne presto "bruciata" e dalle sue ceneri, per volontà di chi ne volle il"rogo", nacque il Corteo Storico, per celebrare le vicende del sacro Corporale, e riportare alla nostra memoria l'epoca in cui si svolsero. Il tutto, dimenticando come il secolo XIII sia povero di notizie ed ancor più di quelle relative al Miracolo! Ed i miracoli, non è certo una novità, troppo spesso sono legati alla fantasia, sono affidati alla vivacità della devozione popolare  "sempre attenta alla ricezione ed alla traduzione del sovrannaturale nel quotidiano, ed in specie, quando il quotidiano ha tanto bisogno del sovrannaturale".

L'iniziatrice e la propugnatrice della festa del Corpus Domini fu una suora agostiniana, certa Giuliana di Cornillon o di Liegi, la quale, nel 1246, ottenne dal suoVescovo la facoltà di celebrare il mistero dell'Eucarestia nel compartimento di Liegi dove si trovava il convento della suora stessa.

Nel 1264 Jaques Pantaleon,  già arcidiacono di Liegi e confidente di suor Giuliana salì al soglio pontificio con il nome di UrbanoIV. E proprio tale Pontefice, l'8 settembre 1264, istituì la Festa del Corpus Domini con la Bolla TRANSITURUS DE HOC MUNDO, la qual cosa non gli era stata possibile in qualità di arcidiacono, e nella quale, guarda caso, non si fa riferimento alcuno al Miracolo di Bolsena. E' altrettanto strano il fatto che il Miracolo sia stato ignorato da Dante Alighieri, considerato profondo conoscitore delle cose nostre; che non sia stato riportato dai cronisti coevi. Dovranno trascorrere oltre settanta anni per avere (vedi Riformanze 24 maggio 1337)  le deliberazioni comunali relative alla processione delle reliquie. Lo stesso Monaldo Monaldeschi, con una citazione del 1584, ci lascia alquanto perplessi "...al tempo di questo Pontefice (Urbano IV) avvenne il miracolo meraviglioso e grande dell'ostia consacrata, il quale quantunque e più oggi sia cosa notoria, nondimeno pochi ne hanno scritto e pochi ne hanno notizia...".

Veniamo ora a parlare di Pietro da Praga,il quale, come vedremo, non ha nulla a che vedere con l'ipotetico celebrante di Bolsena.

Il "magister" Pietro, giurista e diplomatico, già nel 1262 aveva incontrato Urbano IV a Viterbo,  colà inviatovi dal suo re in qualità di ambasciatore; nel giugno del 1264 era venuto in Orvieto per chiedere allo stesso Papa Urbano IV la dispensa dall'obbligo della residenza presso il suo beneficio ( vedi lettera con cui il Papa concede tale dispensa, datata da Orvieto,  4 giugno 1264).

I documenti ci dicono che Pietro da Praga in data 13 luglio 1264 si trovava già presso il Re a Pisek, in Boemia. E  del portentoso miracolo non ne fa il minimo cenno al Re Ottocaro Premislao, di cui è confidente. E questo perché il "magister" Pietro, canonico della cattedrale di Praga, protonotario del potente re di Boemia Ottocaro II, uomo politico di prim'ordine, evidentemente, non ha nulla a che vedere con il timoroso, titubante prete, tormentato dal dubbio sulla reale presenza del Corpo di Cristo nell'Eucarestia; che si era recato a Roma, da buon romeo, per implorare sulla tomba di Pietro "la grazia di liberarsi dalla angustia, ond'era afflitto il suo spirito". Pietro da Praga, lo ripeto, non era un comune mortale.

Che si tratti di omonimia? Può darsi. Ma se anche l'ultimo dei preti fosse stato coinvolto in tanto miracolo, non sarebbe potuto sfuggire agli onori della cronaca, e quindi scomparire nel nulla. Figuriamoci Pietro da Praga, e , lo ripeto ancora, "magister", consigliere del re di Boemia e ambasciatore accreditato presso la santa sede.

Veniamo ora al Corteo storico. Dovrebbe risalire al tempo del Miracolo, e quindi intorno al 1263, quando la  figura del podestà era ormai sbiadita, perché l'esistenza abbinata con il Capitano del Popolo ne aveva notevolmente ridotto le competenze; quando per il governo dei "Signori Sette" dobbiamo aspettare il 1292; quando le venticinque Arti organizzate avevano ben altri simboli (vedi tondo campana del Popolo, oggi sulla Torre del Moro, risalenti al 1313) di quelli che sfilano nel Corteo Storico dei giorni nostri.

Ed eccoci ai quartieri! Secondo il  Catasto del 1292 erano i seguenti : QUARTIERE DI SANTA PACE ( Rioni di S.Pace, S. Cristoforo, Valle Piatta, Ripa dell'Olmo). QUARTIERE POSTIERLA ( Rioni di S:Maria, S. Salvatore, S. Costanzo, S.Biagio, S. Egidio, S. Leonardo, S.Angelo, S. Stefano). QUARTIERE SS. GIOVANNI E GIOVENALE ( Rioini di S. Giovenale, S, Matteo, S. Faustino S, Giovanni). QUARTIERE SERANCIA (rioni di Seramcia, S.Angelo sub ripa, S. Lorenzo, S.Apostolo).

Nella metà del quindicesimo secolo abbiamo i  quartieri di Piazza del Popolo (nord-est) - di S.Giovenale (nord-ovest) - di Serancia (sud-ovest) - di S:Maria della Stella (sud-est). Dal Catasto del 1563, che conferma la disposizione anzidetta, notiamo che il Quartiere di S. Giovenale ha mutato il nome in Quartiere dell'Olmo. Anche il Quartiere di Piazza del Popolo ha preso il nome di Quartiere Corsica.

Del tutto inutile sottolineare la differenza tra i nomi degli antichi quartieri e di quelli che sfilano attualmente.

E sarebbero opportune altre precisazioni, per esempio su i "domicelli", ma finiremmo col diventare noiosi. Precisazioni, ho detto, che non intendono criticare o sottovalore il lavoro di tutti coloro che si adoperano per la buona riuscita della manifestazione. Grazie alla loro opera, infatti,  possiamo offrire all'occhio del turista tanti meravigliosi lavori dell'artigianato locale. A questo proposito, un grazie particolare va al concittadino ed amico Marcello Conticelli, il quale, con le sue opere d'arte, ha lasciato un segno indelebile sul Corteo Storico.

 

Pubblicato il: 06/07/2006

Torna alle notizie...