«Il Cresc.Endo deve considerare di più Castel Viscardo»
Intervista al sindaco di Castel Viscardo Marcello Tomassini
Società
Sindaco, mi parli del consorzio Cresc.Endo.
Cresc.Endo è nato nel ’98 come idea consortile vera e propria. Ha trovato successivamente adesione formale con atto notarile nel 1999.
Le sue finalità?
Sono descritte all’articolo 1 dello statuto: in poche parole le parti si impegnano a promuovere il comprensorio orvietano e la sua economia.
Come?
Favorendo la creazione e lo sviluppo di attività produttive territoriali.
Chi sono i soci del Consorzio?
I Comuni di Allerona, Baschi, Castel Viscardo, Fabro e Orvieto (soci fondatori); la Provincia di Terni, la società finanziaria regionale Sviluppumbria, la Comunità montana Monte Peglia e Selva di Meana.
Si prevede l’ingresso di altri soggetti?
Non ne vedo l’utilità.
Il Cresc.Endo è nato, quindi, per favorire lo sviluppo dell’Orvietano: quali sono i risultati ottenuti da Castel Viscardo?
Ad oggi nulla, anche se nel piano triennale degli investimenti il Consorzio aveva preventivato opere per un miliardo 827 milioni 605 mila lire (943 mila 879,211 euro, ndr). Di cui oltre un miliardo 400 milioni per realizzare un’area artigianale in frazione Le Prese; e 380 milioni per completare opere di urbanizzazione in località Alfina.
Alcuni giorni fa, in un incontro tra Regione Umbria e Cresc.Endo, lei ha lamentato carenze gestionali dentro il Consorzio sulla modalità di presentazione della domanda dei finanziamenti. È uscito soddisfatto dall’incontro?
Il Comune di Castel Viscardo ha presentato direttamente, e non tramite il Consorzio, alla Regione un progetto (non cantierabile) esecutivo. Per questo l’assessore regionale allo Sviluppo economico Ada Girolamini ci ha convocato per esaminare le vicende che hanno portato a questa richiesta autonoma.
La vostra è stata, naturalmente, una provocazione indirizzata nei confronti del Cresc.Endo. Perché?
Perché il Consorzio, nonostante gli impegni assunti, non ha pensato minimamente alla realtà castellana.
Si spieghi meglio.
Il fatto più eclatante è che nel piano annuale di previsione 2003, tutti gli impegni presi nelle delibere assembleari del 2001 e del 2002 sono stati o tolti o non programmati. Al riguardo il direttore del Cresc.Endo, prima dell’ultima assemblea, mi ha dato risposte non soddisfacenti. Per questo non ho partecipato all’assemblea, comunicando il perché al presidente di Sviluppumbria Calogero Alessi.
Torniamo adesso all’esito della riunione in Regione.
L’esito sarà positivo solo se i contributi che Castel Viscardo otterrà saranno quelli previsti. E non sarà facile ottenerli integralmente in quanto gli amministratori del Consorzio hanno, colpevolmente, omesso di informare il Comune che guido sulle modalità di presentazione del progetto.
E adesso?
Adesso la situazione è ingarbugliata: il progetto che noi abbiamo presentato autonomamente alla Regione (circa un miliardo di lire, ndr), non essendo cantierabile, non potrà usufruire del massimo punteggio previsto per l’assegnazione dei finanziamenti (che per tutta l’Umbria sono di 34 miliardi di lire).
Cerchi di essere ancora più chiaro.
La colpa che addebito al Cresc.Endo è, in ultima analisi, questa: per via del ritardo di invio della domanda dei finanziamenti, ritardo causato dal Consorzio in quanto non ha ottemperato agli obblighi presi inizialmente, costringendoci a percorrere la strada della domanda autonoma, e siccome i contributi richiesti sono di molto superiori alle disponibilità della Regione (che deve decidere quali progetti "premiare", ndr), c’è il rischio concreto di non riuscire ad ottenere ciò che ci attendevamo.
Tra i requisiti per il rilascio dei contributi c’è anche, quindi, la data di richiesta.
Certo, e le dico di più. Il progetto di Castel Viscardo, redatto dall’architetto Piovani e dall’ingegner Stramaccioni di Orvieto, se fosse stato presentato per tempo dal Cresc.Endo sarebbe già in fase di ultimazione; in quanto la normativa regionale Docup 2002 riconosce il contributo dell’81,74% a fondo perduto anche per lavori già effettuati. Il Comune di Castel Viscardo non ne era a conoscenza mentre il Cresc.Endo avrebbe dovuto saperlo. Perché non ci ha detto che la normativa regionale Docup 2002 – pubblicata sul BUR del 28 agosto di quest’anno – prevedeva la retroattività di fatturazione delle opere fatte dal 2000 ad oggi?
A questa domanda solo gli amministratori del Cresc.Endo potranno rispondere. Invece lei che intende fare adesso?
Già ho detto, in sede regionale, di non adire alle vie legali per danni ricevuti dal Consorzio. Pertanto rimango in attesa del risultato che si avrà dalle istruttorie delle pratiche avanzate dagli Enti locali entro il 28/10/2002, ultimo giorno utile per l’invio della domanda di finanziamento relativa al Docup.
Pubblicato il: 19/12/2002