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Alberto Sganappa 'Il nuovo statuto Regionale la legge elettorale per l'Umbria: occasione da non perdere"

Intervista al capogruppo Sdi in consiglio provinciale Alberto Sganappa. 'Affrontare il tema per l'elezione diretta o meno del Presidente, senza conoscere il contenuto della legge elettorale, è solo un diversivo che non aiuta il dibattito'

Politica

di Redazione

 

Intervista ad Alberto Sganappa, Presidente Gruppo SDI Provincia di Terni

Che significa, per lei, discutere della forma di governo dell'Umbria, uno dei temi più attuali dell'agenda politica?

Significa prima di tutto decidere quale sistema elettorale adottare per l'elezione dei consiglieri regionali.

Questa è la mia convinzione, che più volte è stata esplicitata nel dibattito aperto nelle istituzioni locali.

 

C'è chi pensa che la prima domanda a cui rispondere è quella di una eventuale elezione diretta del presidente della Regione

Affrontare il tema per l'elezione diretta o meno del presidente, senza conoscere il contenuto della legge elettorale, è solo un diversivo che non aiuta il dibattito.

Si rischia di farne una battaglia ideologica, anche se importante e decisiva per la democrazia, ma lascia aperto un gran problema che è quello di unificare il territorio umbro.

Credo che sia necessario coinvolgere al più presto nella discussione gli eletti nelle istituzioni locali (Province e Comuni)

Rimango convinto che per fare dell'Umbria una Regione unita e con una propria identità, sia importante individuare un sistema di elezione per "collegi elettorali"

 

Un po' come avviene per la Provincia?

Sì, ovviamente con le opportune modifiche ed integrazioni, il sistema per "collegi" prevede l'elezione in base alla maggiore percentuale di voti ottenuti dal candidato e tutti gli elementi che permettono di garantire insieme l'elezione diretta del presidente su cui è necessario riflettere se non vi è una rivitalizzazione di ruolo e competenze del Consiglio regionale, il premio di maggioranza, il proporzionale con lo sbarramento al 3%, la rappresentanza territoriale, la governabilità e la stabilità del Consiglio e dell'Esecutivo.

 

Addio anche al listino regionale, quindi?

L'adozione di questo sistema abolirebbe proprio questo meccanismo, che lede i più basilari principi democratici. Così come è concepito non è altro che uno strumento per pochi addetti ai lavori, escludendo la sacrosanta possibilità per gli elettori di pronunciarsi sui candidati.

 

Ma qual è la garanzia prima che deve scaturire da una nuova legge elettorale?

La revisione dello Statuto e la scelta di nuova legge elettorale regionale, oltre al riequilibrio territoriale, devono «garantire soprattutto un riequilibrio di rappresentanza», che oggi è palesemente negato da un sistema e da una logica politica che concentra sui territori della Provincia di Perugia la sostanza del potere regionale. Basti guardare i fatti: l'attuale Consiglio regionale, su 30 consiglieri, ne conta solo 5 eletti della Provincia di Terni.

Tale proposta è stata occasione di unità nel recente convegno organizzato a Terni dallo SDI regionale, dai rappresentanti socialisti nelle istituzioni ternane che sono intervenuti, dal presidente della Provincia di Terni Andrea Cavicchioli, dal capogruppo dello SDI al Consiglio comunale di Orvieto Franco Barbabella, dal sottoscritto ed altri.

Adesso mi aspetto però che anche le altre forze politiche ternane si pronuncino su questo tema per essere parte attiva nel dibattito Regionale.

 

È una riforma di sistema, come si dice, in cui è possibile, secondo lei, trovare maggioranze per così dire trasversali e fuori dalle consuetudini?

Per quanto mi riguarda il tema della riforma elettorale, insieme con quello della forma di governo della Regione, rimangono materie in cui non esistono "vincoli" di maggioranza né d'appartenenza politica.

Pubblicato il: 12/04/2003

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