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Disperse ieri nel mare dell'Argentario le ceneri di Luca Coscioni

Alla cerimonia hanno partecipato la moglie di Coscioni,  Maria Antonietta Farina Coscioni, i genitori e la sorella di Luca, oltre ai dirigenti dell'Associazione che porta il suo nome

foto di copertina

Sono state disperse ieri sera alle 20, nel mare a largo di Porto Santo Stefano, all' Argentario, le ceneri di Luca Coscioni, il presidente dei Radicali italiani scomparso il 20 febbraio scorso ad Orvieto.
Erano queste le sue volontà, si spiega in una nota diffusa
dall'associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca
scientifica.
   Alla cerimonia hanno partecipato la moglie di Coscioni,  Maria Antonietta Farina Coscioni, i genitori e la sorella di Luca,
oltre ai dirigenti dell'Associazione che porta il suo nome,
Giulia Simi, Rocco Berardo, Mirella Parachini, e il sindaco di
Porto Santo Stefano, Nazzareno Alocci.
   "La volontà di Luca di disperdere le sue ceneri  è legata
ad un suo stretto legame con il mare, il vento e la sabbia in
particolare di Porto Santo Stefano - ha detto Maria Antonietta
Farina, che  presidente dell'associazione Luca Coscioni -.
Luca  stato in vita ricerca di libertà, dando corpo, con il
suo corpo debole, alla nonviolenza.

 In questo particolare momento di 'Satyagraha per la legalita'', portato avanti da Marco Pannella insieme a migliaia di cittadini italiani,mi viene in mente in parallelo Gandhi, la sua nonviolenza, il suo corpo le cui ceneri, anche, furono disperse nelle acque del fiume Gange. Luca  stato fino alla fine dei suoi giorni autenticamente nonviolento, perch pi la sofferenza lo
attanagliava, lo soffocava, pi cresceva in lui l'anelito alla
libertà. Le parole di Luca che oggi voglio ricordare sono l'espressione delle "regole libere" sulle quali riponeva le sue
speranze di uomo:

'Non mi sento libero. Non sono libero. Non posso camminare con le mie gambe, non posso parlare con la mia voce, non posso mangiare con la mia bocca, non posso veleggiare con il mio catamarano giallo verso l'Isola del Giglio. Ho perduto il bene più prezioso: la libertà personale. Ecco,  è proprio il vento a mancarmi. Del resto, la mia mente era già
vela verso l'altra gente. La malattia mi ha sottratto il vento e
la corrente magica, che scorre tra Punta Lividonia e Giglio
Porto"

Pubblicato il: 21/06/2006

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