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La questione Despina spacca partiti e città

Dissidenze nella maggioranza ed attacco acerrimo della minoranza. Una polemica che si trascina da anni e coinvolge politica e politici... 

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ORVIETO - Via libera alla grande distribuzione sull'Amerina.  L'ok del consiglio comunale sul contestato centro commerciale, al centro da anni di battaglie legali e duri scontri tra minoranza e maggioranza, nonché dentro la stessa maggioranza, è arrivato mercoledì sera al termine di un concitato consiglio comunale durato oltre cinque ore, in cui non sono mancati i toni veementi e le accuse più o meno velate sfociate, alla fine, in un voto differenziato. 

E' così che la Despina, infatti, è passata con 12 si della maggioranza (assenti i capogruppo dello Sdi e dei Ds, rispettivamente Franco Raimondo Barbabella e Massimo Gambetta), con la minoranza che non ha partecipato al voto e il no fuori dal coro della diessina, Donatella Belcapo (Ds).  Una sottrazione alle indicazioni del partito che si giustifica - come ha detto chiaramente nel dibattito - nella convinzione che un mega centro commerciale nella realtà orvietana di 20mila abitanti nel Comune, 40mila nel comprensorio, non serva. Che non siano presenti, nel bacino d'utenza, nei servizi e nella viabilità, gli standard minimi che lo giustifichino. E che, anche qualora occorra, non sia quello il luogo migliore per ubicarlo. A queste nette giustificazioni la diessina ha voluto unire anche la  considerazione che i vantaggi di pochi non debbano andare a scapito degli interessi della collettività. "Un atto di vecchia politica" lo ha chiamato che "non ci renderebbe credibili - ha detto - nel momento in cui si lavora alla costruzione di un grande partito democratico".

E a parlare espressamente di un "atto di restaurazione dei poteri del passato" di "una pesante zavorra" per il futuro è stato il consigliere Maurizio Conticelli (AltraCittà) che insieme al resto dell'opposizione non ha partecipato al voto tacciando anche di "disonestà intellettuale" alcuni esponenti della maggioranza che, ha detto, "non dovrebbero neanche partecipare al voto".

A nulla, insomma, è valso il piano dell'Amministrazione progettato per mettere a sistema viabilità e commercio ad Orvieto scalo, presupposto indispensabile all'istallazione della grande distribuzione: l'affare Despina, per molti, resta più che altro un affare. E' così per Gianni Cardinali che interviene per plaudire al no "coraggioso" di Belcapo ("avresti potuto assentarti come fanno tanti per togliersi dall'imbarazzo di una scelta compromettente" aggiunge) e per dire che "è stata una farsa il tentativo del sindaco di giustificare un grande centro commerciale con la riqualificazione dell'abitato dello Scalo". "Possibile - si chiede - che un esperto come lui di viabilità e urbanistica non si renda conto dell'obbrobrio, chiamato pomposamente "Porta di Orvieto",  di quella scelta giustificabile soltanto dagli interessi?".

Dello stesso parere Guido Turreni (Fi) che non lesina illazioni sull'improvvisa pace scoppiata nei Ds. "Dopo le crisi di giunta, finalizzate all'aggiustamento "poltronaro" del solito teatrino della politica - dice - ecco che la maggioranza si ricompatta improvvisamente proprio sull'affare immobiliare del secolo, certamente fra i più inquietanti degli ultimi 50 anni della "politica" della sinistra orvietana".

 

Pubblicato il: 16/06/2006

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