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Colpo d'orgoglio orvietano. I ruoli del corteo storico tutti occupati

"Uscirà un corteo bellissimo" ha rassicurato il direttore artistico Nicoletta De Angelis

 

ORVIETO - Lunghe file ieri mattina alla Piave per indossare i costumi ancora da assegnare del corteo storico. Spinti da un moto d'orgoglio, gli orvietani hanno reagito così alla novità, senza precedenti, di ritrovarsi, ad una settimana dall'evento, senza un numero sufficiente di figuranti. Ma ancor più scalpore ha suscitato l'annunciato abbandono del corteo da parte della figura storica di Sergio Riccetti che, ieri mattina, in un commosso "passaggio delle consegne" ha voluto simbolicamente donare i guanti, fatti cucire per il proprio costume (il conestabile dei cavalieri), al proprio "erede", altrettanto "commosso oltre che onorato", Alberto Bellini, figurante che da 15 anni sfila nel costume del cavaliere della Greca.

 

A manifestare preoccupazione per l'organico del corteo e, dunque, per la riuscita delle celebrazioni era stato in mattinata lo stesso sindaco che ha alzato il telefono per ottenere rassicurazioni in merito. "Uscirà un corteo bellissimo" ha rassicurato il direttore artistico che, dalla furia di lunedì, è passata ieri ad un sorriso smagliante nel vedere la risposta entusiasta degli orvietani. "Sono fioccate offerte in abbondanza - dice Nicoletta De Angelis - addirittura il presidente degli arcieri avrebbe messo a disposizione l'intera squadra se ci fosse stato bisogno". Così è bastata mezza mattinata per riempire degnamente l'organico del corteo con una ventina di new entry.

 

Molti debutti, dunque, in questa edizione 2006. E sarà certamente un nuovo debutto, dopo il primo quello assoluto di 33 anni fa, anche per Alberto Bellini che quest'anno, come detto, raccoglie la difficile eredità di Sergio Riccetti nell'interpretare la figura più amata dagli orvietani. Ha già provato il costume e lo dice commosso con ancora in mano i guanti del suo predecessore. "Sono i suoi, personali: è il regalo più bello che potesse farmi. Lo spirito del corteo è questo - sottolinea Bellini - e sarò felice un giorno anch'io di passare le consegne ad un'altra generazione, un gesto simbolico di altissimo valore che ormai non esiste praticamente più, in quasi nessuno dei nostri gesti quotidiani". Bellini è entrato nel corteo nel '74 tra i "dominicelli" per indossare poi una serie sorprendente di costumi: valletto del Comune, berroviere, scudiere, porta-insegne del capitano del Popolo, ambasciatore. Sfilare per lui significa "entrare in contatto per un giorno con la tua storia - dice - quella personale, più recente, per gli anni che hai dedicato al corteo, e quella della comunità cui appartieni. E questo qualsiasi costume tu indossi". Senza contare, poi, la lunga attività di "manichino" che lo ha visto provare accanto a 'zia Nannina', come chiama lui una delle sarte storiche del corteo, molti vestiti come quelli dei sapenti che si cucivano in quegli anni. Finchè la compianta direttrice del corteo, la signora Lea Pacini, non gli affidò nel 1991 quello di cavaliere della Greca. Che oggi lascia per il costume di conestabile dei cavalieri. 

 

"E' un onore -dice Bellni - perchè è un attestato di fiducia della direttrice e del comitato di gestione, un piacere immenso che provo al tempo stesso misto al dispiacere di lasciare un costume al quale sono molto affezionato soprattutto perché me lo aveva assegnato, e fu l'ultimo passaggio che fece, la signora Pacini". "Non nascondo di provare un'emozione forte per il rapporto di stima che ho con il mio predecessore e una certa apprensione per quel giorno, per gli occhi della città addosso, per le critiche che inevitabili ci sono ad ogni debutto".

Pubblicato il: 14/06/2006

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