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Sarà messo a nuovo il monastero di San Paolo

Il complesso, uno dei più antichi di Orvcieto, sarà restaurato e rifunzionalizzato. E' proprietà delle suore adoratrici del Sangue di Cristo

foto di copertina

Il monastero di San Paolo, in vi a Postierla, proprietà delle suore adoratrici del Sangue di Cristo, sarà ristrutturato.

Nella seduta del 5 giugno, il Consiglio comunale ha approvato (8 favorevoli, 3 astenuti: Olimpieri, Conticelli, Morcella) l'adozione del piano di recupero per il restauro e l'adeguamento funzionale.

Il monastero di San Paolo è inserito nel tessuto urbano del centro storico e i suoi aspetti storici e fisici si intrecciano nell'arco di molti secoli.  Infatti, da un primo impianto medioevale di modesta entità, il complesso edilizio si ampliò nel tempo dando luogo a più monasteri destinati a diverse comunità religiose.

Questo monastero è ricordato come il più importante nel periodo tra il 1294 e il 1304 e la documentazione storica esistente permette di stabilire che nella metà del XIX secolo il San Paolo raggiunge la sua massima consistenza edilizia.

Il complesso edilizio fu oggetto di un progetto di restauro e adeguamento funzionale già nel 1977, a cui seguì nel corso di vari anni la relativa realizzazione. Allora però il progetto riguardava solo una parte della struttura, sia pure consistente, pari a circa due terzi dell'intero complesso.

Gli obiettivi del nuovo piano di recupero che interessa l'ala nord-est, che versa attualmente in un notevole stato di degrado, sono quelli del risanamento, consolidamento e restauro delle strutture e delle componenti edilizie secondarie, nonché la previsione di adeguamenti funzionali e una nuova articolazione dei locali rispondente alle variate esigenze dell'Istituto religioso a cui appartiene il monastero.

Le principali finalità d'uso rimangono quelle istituzionali della comunità religiosa, Cenacolo per le religiose della congregazione e ricettività di casa per ferie e per il turismo.

La commissione comunale per la qualità architettonica e il paesaggio ha prescritto che in fase esecutiva dovranno essere oggetto di dettagli la tipologia e la geometria delle nuove aperture, il volume oggetto di ricostruzione e i nuovi collegamenti.

Illustrando l'argomento al Consiglio comunale, l'assessore all'Urbanistica Nazareno Desideri ha fatto presente che:"il monastero ha un interesse storico per la città di Orvieto non indifferente. Si tratta di una struttura articolata che si compone di varie soluzioni interne e in particolar modo, in questa fase, il progetto riguarda la ristrutturazione dell'ala est, dove c'è un urgente bisogno di interventi strutturali e di rivisitazione ornamentale che la Soprintendenza dell'Umbria ha concordato con i progettisti, esprimendo il parere favorevole  perché questo intervento possa essere attuato. E' un intervento di recupero articolato su tre corpi e diviso per piani. La funzione della struttura sarà quella di casa per ferie e foresteria, oltre che di funzioni proprie della comunità religiosa. L'intervento si inserisce armonicamente nel contesto urbano e le soluzioni sono conformi al nostro PRG e alla norme tecniche di attuazione".

In sede di dibattito il consigliere Maurizio Conticelli (Altra Città) ha affermato che "in linea generale si deve apprezzare che un immobile di particolare significato esistente sulla Rupe possa essere oggetto di un recupero che già era in atto nel passato. Iniziativa che oggi viene avanti per conto di un soggetto privato che evidentemente prevede un investimento significativo.

A questo riguardo colgo l'occasione del dibattito per evidenziare l'anomalia di questo patrimonio pubblico orvietano così rilevante ma anche così poco fortunato. Abbiamo l'ex ospedale che doveva essere un immobile di grande prestigio che è transitato al patrimonio regionale, avevamo poi l'immobile del San Paolo di proprietà comunale che negli anni '70 fu svenduto all'Istituto religioso mentre oggi sarebbe stato un complesso imbarazzante per le dimensioni dell'intervento ma, in ogni caso, di sicuro e grande significato economico oltre al valore storico-culturale che ha. Il mio sarà un voto di astensione per le ragioni che ho espresso, la fase di adozione consentirà altri approfondimenti grazie all'acquisizione di nuovi elementi conoscitivi della pratica". 

 

Pubblicato il: 12/06/2006

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