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Cinque medici del "Santa Maria della Stella" rischiano il rinvio a giudizio

Per la morte, nel 2003, di un anziano orvietano ultrasettantenne deceduto a seguito delle complicazioni derivate, secondo quanto ipotizzato, dalla mancata diagnosi dell'occlusione di un'arteria

ORVIETO - Sono cinque i medici del "Santa Maria della Stella" a rischiare il rinvio a giudizio per la morte, nel 2003, di un anziano orvietano ultrasettantenne deceduto a seguito delle complicazioni derivate, secondo quanto ipotizzato, dalla mancata diagnosi dell'occlusione di un'arteria.  L'uomo sofferente per un'ernia al disco terminò col decesso il suo travagliato decorso ospedaliero.  Al punto che la Procura volle vederci chiaro e aprì un fascicolo d'indagine per verificare eventuali responsabilità nell'accaduto.  Dopo una raffica di perizie che hanno protratto per mesi e mesi l'incidente probatorio sarebbe vicina la chiusura dell'indagine che vede iscritti al registro della procura di Orvieto cinque medici.  

 

Il tutto mentre è ancora in fase di indagine preliminare anche la vicenda relativa ad un altro decesso giudicato "sospetto" quello del maresciallo dell'Aeronautica, Luigi Riviezzo scomparso all'età di cinquantaquattro anni per un malore improvviso a Capodanno del 2005, il giorno dopo essere stato dimesso dall'ospedale di Orvieto.  Nell'ambito della vicenda che la famiglia dell'uomo, nei giorni immediatamente seguenti alla scomparsa, ha posto all'attenzione della magistratura (titolare del fascicolo il sostituto Annalisa Giusti) si stanno portando a termine una serie di accertamenti per stabilire eventuali responsabilità tra i tre medici che risultano attualmente iscritti al registro degli indagati.  L'incidente probatorio fissato per lunedì scorso ha subito un nuovo rinvio dopo quello dello scorso mese di aprile, come la volta precedente, a causa del mancato deposito della perizia.  Il nuovo termine stabilito dal giudice Gianluca Forlani, adesso, è per i primi giorni del mese di agosto.  A quanto emerso dalle indagini, sembra che il maresciallo, già sofferente per gravi difficoltà cardiocircolatorie, sia stato operato per un tumore rivelatosi, poi inesistente.  Una circostanza non secondaria sulla quale si starebbero appuntando le indagini in quanto, a seguito dell'intervento, il paziente andò incontro a numerose complicazioni che potrebbero aver contribuito condurlo al decesso.  L'odissea sanitaria del maresciallo durò complessivamente sette lunghi mesi tra gli ospedali di Orvieto e Perugia. 

Pubblicato il: 09/06/2006

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