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La palombella va in tribunale

Animalisti annunciano querele per i maltrattamenti che hanno subito ad Orvieto. La  querelle ha raggiunto da anni il ridicolo. Due assolutismi si esercitano su un simbolo debole...

foto di copertina

di Dante Freddi

 

Gli animalisti protestano animatamente per il trattamento che hanno subìto domenica mattina in occasione della festa della Palombella ad Orvieto.
Animalisti Italiani e "Movimento Umani dalla parte della Colomba" lanciano "il boicottaggio di Orvieto e s'impegnano fin d'ora a diffondere in tutto il mondo le immagini di questa barbara usanza, affinché non ci sia un'altra colomba a subirla il prossimo anno. Si valuta altresì- si legge nel loro comunicato- la possibilità di presentare denuncia per maltrattamento di animali e condurre fino in fondo questa battaglia".   

A loro si unisce il Comitato Europeo Difesa Animali di Firenze, che ricorda come "Solo l'intervento delle forze dell'ordine ha evitato che l'aggressione comportasse conseguenze fisiche agli animalisti, che sono stati fatto oggetto di un lancio di uova".

 

 

Allegano poi la foto(sopra) della loro associata colpita da un uovo e dichiarano che presenteranno "denuncia contro ignoti nella speranza che possa essere individuato e perseguito penalmente il o i responsabili di tale atto".

La palombella del 2006 potrebbe finire quindi in tribunale.

La  querelle ha raggiunto da anni il ridicolo.
Ci sono certamente questioni di principio che vanno difese, anche strenuamente. La palombella è diventata ormai un simbolo del maltrattamento nei confronti degli animali e gli animalisti combattono la loro battaglia accanitamente .

I cosiddetti tradizionalisti considerano invece la "palombella" simbolo della loro specificità, della "orvietanità", del passato che non muore e si riproduce ogni anno in eventi che rassicurano sulla continuità della vita secondo "forme" conosciute.

Due assolutismi, non potrebbe essere altrimenti, che si esercitano su un simbolo debole.


La palombella, come si sono prodigati a ricordare tutti, rappresenta lo Spirito Santo che scende sugli apostoli e non è certo necessario che sia un "piccione" vivo a compiere la "discesa" perché tutta la mantenga il suo valore religioso. 

D'altra parte quell'animale è straordinariamente fortunato e a memoria d'uomo non è mai morto durante la discesa: il vescovo lo regala ad una coppia di sposi  che lo manterranno con grande affetto.

 

(Il colombo a destra è King, palombella 2004, oggi felicemente accoppiato)

 

 

Obiettivo simbolico quindi sbagliato, che vive del gusto di contrapporre una simbologia all'altra.

Non sto a ricordare agli animalisti quanti siano i loro protetti che hanno bisogno del loro e del nostro aiuto per non vivere e morire tra atroci sofferenze. Canili lager, vivisezione, trasporto di animali da macello in condizioni inimmaginabili, milioni di uccelli uccisi semplicemente per sparare, maltrattamenti quotidiani sono soltanto alcune delle "madri della battaglia" in difesa degli animali.


Ricordo invece ai tradizionalisti che la unicità della nostra cultura non si sostiene o alimenta su quel piccione, ma sulla capacità che avremo di perpetuare ed arricchire ulteriormente gli straordinari beni paesaggistici, monumentali e culturali che ci sono stati trasmessi. Tra  questi, la "palombella viva  e senza tubo" è davvero marginale.

E' bene tornare sui problemi, ciascuno secondo la propria sensibilità.
I simboli "piccoli" rappresentano battaglie "piccole", che non vanno combattute perché sviliscono e travisano il senso nobile di un impegno, di una convinzione, di un sentimento.   

 

 

 

Pubblicato il: 06/06/2006

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