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Orvieto. Assessori in bilico

Giorni cruciali per l'Amministrazione Mocio. Nei Ds si discute di programmi ed organigrammi, per disegnare il nuovo assetto del partito...

foto di copertina

di Dante Freddi

Questi dovrebbero essere giorni cruciali per la struttura dell'Amministrazione Mocio.

 I Ds stanno discutendo su quali gambe far procedere le idee che hanno elaborato nell'ultimo anno e mezzo e che sono raccolte in un documento programmatico presentato lo scorso dicembre durante una conferenza tenuta nella ex caserma Piave.

Mi sembra giusto che chi governa un partito o un paese pretenda che le idee con cui ha vinto siano interpretate dalla classe dirigente che le ha elaborate, ma l'applicazione di questo concetto alla realtà amministrativa orvietana manca di qualche passaggio, che non ho visto, o forse non c'è stato.

Scenario.

I DS di Capoccia sono in attesa da tempo di entrare in Comune ad Orvieto, forse anche in qualche comune dell'Orvietano. A tiro, appena conquistato il partito, c'è stata soltanto la Comunità montana, andata a Posti. Di un rinnovo della Giunta si parla da allora, se n'è parlato nel frattempo, è in discussione oggi

Premessa.

Perché tutti i ragionamenti, miei, dei Ds e della maggioranza mociana che prepara la successione in Giunta  abbiano un senso ed una giustificazione politica ed amministrativa, dobbiamo considerare scontato che Capoccia e Posti abbiano vinto il congresso Ds contro il correntone su temi amministrativi e di rinnovamento della classe dirigente. Se così non fosse, modificare l'assetto del Giunta diverrebbe soltanto un gratuito atto di arroganza della maggioranza fassiniana, senza giustificazioni amministrative accettabili. Perché un assessore sia "sfiduciato" o si dimetta sono necessarie infatti delle motivazioni logiche, comprensibili nel partito e fuori, vere o false che siano.

Dinamica.

Per sostituire un assessore è necessario che il sindaco, che lo ha nominato, gli tolga la fiducia oppure che l'assessore rassegni le dimissioni.


Allora, se il sindaco toglie la fiducia ad un collaboratore è perché non ha compiuto bene il suo lavoro e quindi qualcosa del programma di governo non funziona come dovrebbe per grave mancanza della persona incaricata. Questo può accadere in un caso, sarebbe gravissimo in due, addirittura impensabile in tre o più, perché significherebbe che abbiamo una Giunta allo sfascio e che il sindaco non ha saputo scegliere le persone giuste.

Se invece gli assessori dessero le dimissioni per consentire un processo di rinnovamento programmatico ed umano, sarebbe coerente con gli esiti congressuali ma altrettanto preoccupante.
Di fatto, è possibile che a neppure due anni dalle elezioni ci sia bisogno di rivedere così integralmente il manifesto con cui la coalizione di centrosinistra si è presentata agli elettori? tanto che non vanno più bene, ad esempio, l'assessore ai lavori pubblici e quello alla cultura, o quello al bilancio, o addirittura vice sindaco con delega al turismo?


La questione della riqualificazione della ex Piave e della fine di Risorse per Orvieto spa è emblematica di un patto già" in fieri" tra i partiti di maggioranza per giungere ad un ricambio anche degli assessori della delegazione diessina in Amministrazione ad Orvieto.
Nel caso della caserma il "rinnovamento" è stato infatti già compiuto, non dai Ds ma dalla maggioranza di governo. Il Comune si è ripreso l'immobile, sfilato di mano a Barbabella ed ai consiglieri RPO, tra cui il cimicchiano Sandro Gulino, e tutto è di nuovo in discussione, progetti e progettisti, amministrazione ed amministratori. Barbabella ed i suoi consiglieri non si sono dimessi e quindi si è trovato un altro modo per togliergli la palla di mano.

 

Ma con Carpinelli, Frellicca, Germani e Urbani sembra un po' più difficile. "Hic sunt leones", hanno ricordato i quattro al partito: si sa dove si comincia e non si sa dove si finisce, il terreno è sconosciuto. Rivediamo tutto l'assetto della casa DS e se ne parlerà.
E ne stanno parlando.

 

Certamente alla fine qualche assessorato passerà di mano, perché all'interno di un partito il legame va al di là delle singole persone e si farà appello alla responsabilità, al buonsenso, al bene del partito, ad un domani possibile, ad altre opportunità. E anche perché non c'è niente di così ghiotto da volerlo conservare per forza.

 

Comunque vadano le cose, ci sarà una falsità di fondo. Un paio di assessori consegneranno il mandato al sindaco con una lettera fasulla come una lapide, ringraziandolo per la fiducia che ha avuto in loro, ma raccontando che esigenze personali o altri impegni politici renderanno impossibile il loro servizio alla comunità orvietana.

E sotto a chi tocca.

Pubblicato il: 26/05/2006

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