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Così vivrano gli anziani del 2000

Il progetto presentato ireri durante un atteso Consiglio comunale aperto. Obettivo primario favorire le cure domiciliari...

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ORVIETO - Tiepida accoglienza ieri pomeriggio in Consiglio per la presentazione dell'atteso "progetto anziani".  Una gestazione di due anni per dare alla luce - alla presenza dell'assessore regionale alla Sanità, Damiano Stufara e del direttore sanitario del presidio di Terni, Luciano Lorenzoni - le linee di indirizzo del Comune per l'assistenza agli anziani, raccordate strettamente al progetto di rifunzionalizzazione del Piccolomini.

 

Obiettivo primario: favorire la domiciliarità anche, tra l'altro, attraverso il potenziamento l'assistenza domiciliare (ne usufruiscono oggi 292 utenti) e la realizzazione di 7 centri diurni (ognuno per un massimo di 20 posti): 1 tra Castel Giorgio, Castel Viscardo e Allerona, 1 tra Baschi e Montecchio, 1 tra Fabro, Ficulle, Parrano, Monteleone e Montegabbione, 4 tra le frazioni di Orvieto: Scalo, Ciconia, Sferracavallo e centro storico (negli spazi della ex pediatria).  Quindi "riorganizzare" le strutture socio - assistenziali per anziani autosufficienti e non autosufficienti. Per i primi, attraverso l'adeguamento o la realizzazione di residenze comunitarie (Morrano, Baschi, Montecchio, Castel Viscardo, Monteleone, Ficulle, Orvieto centro e Montegabbione) per un totale di 128 posti. E per i non autosufficienti attraverso le residenze protette destinate, queste, ad anziani bisognosi di cure sanitarie non continuative. L'obiettivo del Comune di Orvieto è ottenere l'autorizzazione per 40 posti e per far questo la Regione e Asl dovrebbero acconsentire ad un considerevole aumento degli attuali 68 posti previsti in convenzionamento portandoli almeno intorno ai 100.  Altro strumento, sempre per i non autosufficienti, la Rsa destinata a chi necessita cure intense e continue. La realizzazione, come noto, è prevista all'interno del presidio per 10 posti letto. Infine il diurno riabilitativo (sono richiesti 20 posti) ad integrazione delle strutture a valenza sanitaria.

 

Non una parola del piano, illustrato dall'assessore Cecilia Stopponi, ha fatto riferimento alla vera novità rappresentata per gli anziani orvietani dal palazzo Nicosia che la recente sentenza della Cassazione ha definitivamente assegnato alla Asl di Terni grazie al vincolo testamentario della contessa De Solis che impone l'utilizzo dell'immobile "per i vecchi cronici malati non accolti all'ospizio locale di San Giorgio". Lo ha fatto notare polemicamente nel suo intervento, anche per il fatto che da Terni non sono finora giunte rassicurazioni in tal senso, il presidente dell'associazione Maria Cristina Piccolomini, Giuseppina Barloscio. Che ha anche auspicato che "i soldi (la Asl - come ha detto - starebbe già riscuotendo alcuni affitti di quel palazzo) non finiscano a ripianare i bilanci.

 

A lamentare scarsa partecipazione sul progetto e "l'inutilità della villa di San Giorgio" perché lontana dal centro storico è stato il portavoce del tribunale del Malato, Gianni Mencarelli. E' stato, invece, il presidente dell'Istituto di beneficenza, Edorado Romoli ad annunciare la vendita di alcuni terreni e casali del patrimonio del Piccolomini per ottenere la liquidità (il progetto è già finanziato dalla Regione) per dare il via quanto prima ai lavori di ristrutturazione della villa (20 posti in questa prima fase)

Pubblicato il: 25/05/2006

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