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Il Premio Barzini perde i colpi

Vuota per metà la sala dei 400 a palazzo del Capitano del Popolo, assenti alcuni ospiti previsti, poco interesse nella stampa nazionale

di Simone Zazzera

Il premio Barzini perde colpi. Giunto alla diciassettesima edizione, il premio giornalistico nato in memoria del grande reporter orvietano e riservato ai più grandi inviati speciali italiani, ha visto quest'anno un'edizione sotto tono. Vuota per metà la sala dei 400 a palazzo del Capitano del Popolo che ieri ha ospitato la premiazione di Franco Venturini, vincitore dell'edizione 2006. Assente il vincitore dello scorso anno, l'inviato de La Repubblica in Cina Federico Rampini. Il giornalista, pur essendo rientrato in Italia dall'estremo oriente, dove attualmente risiede, ha "marinato" la manifestazione, così come non si sono visti gli attesi Arrigo Levi e Miriam Mafai, che avrebbero dovuto intervistare Venturini durante la tavola rotonda finale, sul tema: "Europa, un'idea in crisi".
Presenti invece Monica Maggioni, vincitrice dell'edizione 2004 e Stefano Folli, ex direttore del Corriere della Sera e oggi editorialista del Sole 24 ore, che ha ricordato la figura di Gaetano Afeltra, giornalista scomparso lo scorso 9 ottobre e da sempre vicino alla manifestazione orvietana. In sala moti esponenti della vita politica cittadina, a partire dal sindaco Stefano Mocio, insieme a molti assessori della sua giunta e diversi consiglieri comunali, oltre agli studenti delle scuole di giornalismo di Urbino e di Roma.
Venturini ha intrattenuto il pubblico con aneddoti della sua lunga carriera di inviato ed editorialista presso il più grande quotidiano nazionale: "Agli inizi commentavo tutte le notizie che giungevano in redazione dopo le 19, quando i commentatori più importanti erano già andati a casa. Così quando arrivò al giornale la notizia che era caduto il muro di Berlino il mio vice direttore mi disse: Venturini, hai 40 minuti per scrivere 60 righe. Sicuramente se le righe da scrivere fossero state 120 sarebbe stato più semplice, nonostante il poco tempo. Confesso che per anni non rilessi mai quello che uscì il giorno dopo come fondo principale del Corriere, per paura di aver omesso particolari importanti. Ma poi, peccando di modestia come di solito fanno i giornalisti, sei anni dopo rilessi ciò che avevo scritto e naturalmente mi complimentai con me stesso".
Molte le auto blu pronte a scortare vari membri del pubblico in sala, così come ingente lo spiegamento di forze dell'ordine a tutela dell'evento: almeno 7 uomini tra polizia carabinieri e vigili urbani. Nonostante ciò la manifestazione non rientra tra i primi interessi dei media nazionali - pochi i cronisti presenti all'evento - e della cittadinanza, a giudicare delle molte poltrone vuote in sala.






Pubblicato il: 22/05/2006

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