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Cresce e si rinnova il "Consorzio per la tutela dei vini di Orvieto"

Entro fine settimana un presedente pro tempore, in attesa di allargare la base amministrativa...

ORVIETO - Cresce e si rinnova il "Consorzio per la tutela dei vini di Orvieto".  Entro il fine settimana il Consiglio di amministrazione (recentemente riconfermato per intero) dell'associazione nata con lo scopo di tutelare la qualità e l'immagine del vino Orvieto (divenuta consorzio nel 1971 col riconoscimento della doc) sarà pronto a nominare un presidente pro - tempore. In attesa di ottenere una risposta dal ministero alla domanda inoltrata in queste settimane per l'ampliamento del cda.  "E' una domanda - spiega meglio il direttore del consorzio orvietano, Gianni Chiasso - che intende rispondere alle numerose richieste di imprenditori che hanno manifestato la volontà di entrare nel consorzio".  E' così che se la risposta del ministero dovesse essere favorevole, il Consiglio di amministrazione, tempo un paio di mesi, porterà i suoi membri da nove a dodici.  "Si procederà con regolari elezioni - precisa Chiasso - per individuare un nuovo rappresentante per ogni categoria aderente al consorzio".  Come noto, del consorzio per la tutela dei vini fanno parte viticoltori, vinificatori e imbottigliatori.  

A quel punto si provvederà anche al rinnovo dei vertici.  Per reggere il timone del consorzio sembra pacifica la riconferma dell'attuale presidente, l'enologo Renzo Cotarella.  Anche se i bene informati accrediterebbero anche Luigi Barberani, titolare dell'omonima cantina.  Tra i primi compiti del "nuovo" consorzio ci sarà, tra l'altro, quello di prendere una decisione sulla sperimentazione, avviata lo scorso anno, per la modifica del disciplinare dell'Orvieto.  Un'iniziativa destinata a cambiare e soprattutto rilanciare l'anima della doc orvietana il cui prestigio negli ultimi anni si è innegabilmente appannato, facendone una "doc vecchia" più che una "vecchia doc", come ha spesso ribadito il presidente Cotarella.

La sperimentazione sui nuovi vitigni, abbracciata con entusiasmo dal consorzio che l'ha promossa tra i soci, si è però recentemente incagliata contro le resistenze dei viticoltori.  Già penalizzati dai prezzi stracciati a cui sono costretti a vendere le uve, sarebbero poco propensi a nuovi impianti e dunque a nuovi investimenti.  

"A mio parere - sostiene il direttore Gianni Chiasso - credo che proprio nei momenti di maggiore crisi sia il caso di reagire con nuovi investimenti, i soli in grado di invertire la tendenza.  Ma non spetta a noi decidere: la scelta, se credere o meno nella modifica del disciplinare devono farla, ovviamente, i produttori".

Pubblicato il: 17/05/2006

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