Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Vertigine d'amore e storia di Vita.

Si è aperta la rassegna ''Il Libro parlante''. Maggiani e Mazzucco parlano delle proprie opere, romanzi di vita, e di amore, tra fantasia e realtà

Cultura

di Valeria Cioccolo

Il primo appuntamento con l'ormai consueta e amata rassegna primaverile "Il libro parlante" (organizzata dalla Libreria dei Sette e dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Orvieto) ha visto protagonisti Maurizio Maggiani e Melania G. Mazzucco, che hanno presentato i loro ultimi libri, "È stata una vertigine" e "Vita". Il primo è un libro che parla d'amore. Comprende una serie di racconti che, più che narrare storie che abbiano un inizio e una fine, seguono la scia delle emozioni. Lo scrittore ha una grande capacità di filtrare la realtà attraverso i sentimenti e allora il lettore si trova ad aver ascoltato più che letto Maggiani, in ogni storia si ritrova quella sensazione di vertigine che fa un po' da filo conduttore a tutta l'opera e che si richiama alla strofa di una vecchia canzone che, come lo scrittore ci conferma, gli sale dal cuore ogni volta che prova una forte emozione: è stata una vertigine/ tenerti stretta al cuor/ or mi dirai lasciandomi/ scusami, scusami ancor ..

Anche "Vita" è un romanzo in cui troviamo forti emozioni. Anch'esso autobiografico, narra la storia di Diamante - "padre di suo padre" come la scrittrice stessa precisa, non nonno, in quanto mai conosciuto - e Vita appunto, due ragazzini che, all'inizio del '900, emigrano in America. E da qui il titolo, sia perchè nome della protagonista, sia perchè è la storia della ricerca di una nuova esistenza. Ma oltre ad essere autobiografica l'opera è se vogliamo "epica", in quanto illustra le vicende (piuttosto trascurate finora dalla letteratura italiana) degli emigrati italiani in America, ma lo fa attraverso la loro voce, dal "basso", dalla terza classe delle navi su cui viaggiavano.

Il clima nella sala si fa sempre più intimo, gli scrittori si raccontano, parlano del loro modo di scrivere, narrano la storia del libro che hanno realizzato. Ed è bellissimo seguirli tra le ricerche di lei, (dai racconti della sua famiglia alla scoperta a New York della strada in cui suo nonno era vissuto, alla decisione di scrivere questa storia che è un po' storia di tutti noi, anche metafora della ricerca di qualcosa di migliore, di una vita che sia diversa, nuova) e il filo vagamente analogico dei ragionamenti di lui, col suo libro che nasce una sera di febbraio del 1999, quando l'Italia entra in guerra col Kossovo e sente il disperato bisogno di gridare la sua canzone d'amore. E allora oggi, che un'altra guerra infuria, vorrei concludere con la personale filosofia di maggiani, che mi sembra appropriata per il momento che stiamo vivendo: non c'è modo di fuggire la guerra. Le bombe intelligenti colpiscono ovunque, uccidono dove cadono, i corpi e le anime, ma uccidono anche qui, anche la nostra di anima. Il dovere morale "che io sento" è che la "mia vita deve durare più della guerra", bisogna vivere e amare il più possibile: costruire la vita è l'unico modo che abbiamo per combattere contro la guerra.

Pubblicato il: 08/04/2003

Torna alle notizie...