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Mco, si allungano i tempi per la soluzione della vertenza

Uno dei due imprenditori interessato all'acquisizione dello stabilimento orvietano è uscito definitivamente di scena

foto di copertina

ORVIETO - Mco, si allungano i tempi per la soluzione della vertenza. Uno dei due imprenditori interessato all'acquisizione dello stabilimento orvietano è uscito definitivamente di scena. Resta la disponibilità dell'imprenditore francese, anche senza la partecipazione pubblica del 40%, purché si trovi un socio di livello. Nel frattempo le agenzie regionali, la prossima settimana, inizieranno a verificare anche la disponibilità di un altro imprenditore interessato all'investimento. Top secret sul nome, anche se le prospettive offerte specie per il riassorbimento del personale potrebbero essere, in questo caso, non particolarmente entusiasmanti.
E' quanto trapela dal tavolo di ieri pomeriggio, a Terni, dove si sono incontrati agenzie regionali per lo sviluppo e sindacati. Al termine Cgil e Cisl ribadiscono la preoccupazione già espressa più volte per i tempi della vertenza.
"La preoccupazione non fa che rafforzarsi - afferma Fausto Galanello della Cgil - per martedì prossimo, intanto, abbiamo convocato l'assemblea del personale. Manterremo alta l'attenzione e forte la pressione sulle Istituzioni affinché si continui a lavorare perché alla situazione di crisi della Mco vengano date, in tempi brevi, risposte adeguate con il riassorbimento di almeno settanta dipendenti". 
Lo stabilimento tessile di Bardano ne impiegava 82, per la quasi totalità donne, tutte operaie altamente specializzate, a casa, adesso, senza lo stipendio, dallo scorso mese di settembre. La crisi della Mco iniziata da qualche anno, col progressivo crollo delle commesse del settore, ha raggiunto l'apice a maggio scorso, infatti, con le prime paventate ipotesi di chiusura dello stabilimento e gli scioperi delle maestranze che ne furono la prima conseguenza. Poi il rinvio della temuta chiusura di luglio che non fece altro che allungare di un solo mese l'agonia dei dipendenti. La chiusura arrivò a settembre. Alla fabbrica, nata negli anni Sessanta sotto il nome del grande marchio della Lebole, è sempre stato legato il sogno che potesse rappresentare l'occasione di sviluppo industriale dell'Orvietano. Un sogno che, passato sotto diverse mani, non è mai in realtà completamente decollato. 

Pubblicato il: 29/04/2006

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