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Assocommercio. "Le stanze delle meraviglie: momento culturale buttato via"

L'associazione di Carlo Perali attacca l'Amministrazione comunale di "impreparazione sconcertante"

"Mentre la città cresce, Orvieto non l'apprezza e perde di qualità".
In questo paradosso è la sintesi dell'aspra critica che Assocommercio lancia all'Amministrazione comunale, che, secondo Carlo Perali si è fatta trovare impreparata di fronte al robusto flusso turistico determinato dal clamore suscitato dalla mostra "Le stanze delle meraviglie".

Sotto il tiro di Perali banchetti, bancarelle e artisti di strada, che offrono al clima un sapore di festa paesana, in un periodo in la città vive invece a mezz'aria tra concerto del sabato santo e meraviglie del passato.
Forse, in tempi di manifestazioni culturali "elevate" sarebbe necessario bandire dal centro storico spettacoli "bassi" e consentire soltanto eventi collaterali all'"altezza".

Segue il comunicato diffuso da Assocommercio":

"Mentre la stampa nazionale si occupava, dandone risalto, dell'inaugurazione del museo " Le stanze delle meraviglie", un'esposizione allestita nella doppia sede del Palazzo Papale e della chiesa di S. Agostino che ospitava opere di Simone Marini, Signorelli, Andrea Pisano e Francesco Mochi, e quasi contemporaneamente nella nostra cattedrale venivano eseguite musiche di Rossini, evento che avrebbe  preceduto solo di pochissimo la messa del sabato Santo celebrata dal Papa e trasmessa in mondovisione, Orvieto si è trovata d ignorare la portata di un simile avvenimento accogliendo i suoi visitatori in clima di impreparazione sconcertante. Questi avvenimenti culturali riuniti in un arco di tempo breve come questo di due giorni e  saliti agli onori della cronaca  e nei circuiti museali di prestigio nazionale, hanno avuto una risonanza tale da par parlare della città di Orvieto per lungo tempo.

Un evento culturale di questo valore si è trasformato ad Orvieto in uno spettacolo paesano ma soprattutto di bassa qualità. Gazebo multicolore campeggiavano lungo via Filippeschi dando vita d un estemporaneo mercatino con musiche peruviane strillate sotto il palazzo comunale, mentre fornetti di fortuna parcheggiati in via del Duomo sfornavano frittelle su cui spalmare della nutella. Non potevano mancare gli artisti di strada che si esercitavano in spettacoli improvvisati per la gioia di più piccoli, mentre artigiani orvietani messi insieme immeritatamente per caso, davano una presentazione dei propri prodotti in una cornice di assoluta provvisorietà che ne  impoveriva il valore. Così un' occasione per dare lustro alla nostra città si è trasformato in una comune festa paesana priva di tratti distintivi, denunciano gravi carenze organizzative e una totale mancanza di responsabilità. A questo punto non resta che da chiedersi se la cultura debba dipendere da certe autonomie o debba rappresentare un momento di riflessione per tutta la città ma soprattutto per l'amministrazione comunale. Una mancanza di qualità che si ripete ormai da troppo tempo sempre in prossimità di ponti e feste stabilite perdendo l'occasione di sottolineare momenti come questi. Un evento che doveva rappresentare il momento culmine dell'anno s'è invece trasformato in una festa che non ha saputo offrire l'immagine migliore. Un atteggiamento destinato a far discutere e a aprire una riflessione

Così paradossalmente mentre la città cresce, Orvieto non l'apprezza e perde in qualità"

Pubblicato il: 27/04/2006

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