Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Alcune considerazioni emblematiche di Marco Sciarra

Torna la bagarre sul discusso piccione, attore involontario della festa orvietana della Pentecoste

foto di copertina

Inizia la bagarre tra le opposte fazioni che ogni anno "animano" i tempi che precedono la festa della Palombella.
Palomba viva o simulacro?

Quello che emerge ogni anno è che si oppongono opposti assolutismi, questioni di "principio". Ciascuno crede di difendere un'idea irrinunciabile e pretende che l'altro si sottometta alle proprie convinzioni. E il buonsenso, che dovrebbe governare questioni grandi e piccole, viene posto sotto i piedi in nome della "non violenza" o della "tradizione".

Le considerazioni che seguono sono proposte da Marco Sciarra, che ripercorre la sua personale esperienza e la conseguente preoccupazione.

"Ho un po' paura delle reazioni di entrambe le "fazioni" che si sono animate (e armate?) intorno a quello che sembra essere diventato uno dei maggiori problemi di Orvieto: la Palombella.

Ho paura perché ero presente al primo incontro di concertazione dello scorso anno e ho sentito. Ho sentito Di Loreto che proponeva una colomba finta da San Francesco al Duomo e una vera dal Duomo al palazzo dell'Opera; ho sentito Campanari ammettere che una colomba viva dal quartiere medievale al Duomo e poi dal Duomo al Palazzo dell'Opera sarebbe stata sufficiente per poter mettere un simulacro sulla raggiera; ho sentito Scanavino suggerire una colomba finta e un volo di colombe vere. Ho sentito Venturi dichiarare che l'incontro del 2005 non era un modo per tacitare i facinorosi prima della manifestazione, autorizzando gli animalisti a fare battaglia nel 2006 se non fosse proseguito, con riunioni che si preannunciavano mensili, il lavoro di concertazione.

Non so che è successo, ma di sicuro l'aria del primo incontro non preannunciava certo un piccione intubato ancora meglio.

Ho paura che gli animalisti si sentano presi in giro e, in virtù dell'autorizzazione data lo scorso anno, siano pronti a far guerra, e stavolta sarebbe guerra vera. Ho paura che Scanavino mantenga la promessa di non presenziare all'evento in caso di clima non pacifico. Ho paura che per voler mantenere il piccione vivo si finisca per sconvolgere ancor più la festa, fatta di una rapida emozione data dai botti (e non dai fumogeni), dalla velocissima discesa della raggiera (e non da un lento -o slow?- scorrere dell'accrocco per impedire che il piccione sbatta il becco sul tubo), simbolo della potenza dirompente dello Spirito Santo.

Ho paura che la Pentecoste divenga una giornata di guerriglia per Orvieto, mentre per il resto del mondo sia nientemeno che la festività dell'unità dei popoli.

Ma forse in fondo le mie paure sono immotivate e questa originalità orvietana premierà. Non so chi e come, ma forse premierà.

 

Pubblicato il: 20/04/2006

Torna alle notizie...