La Palombella sarà viva
Un pennuto in piume ed ossa "volerà", intubato nel plexiglass tra lo scoppio dei mortaretti, dalla chiesa di San Francesco al sagrato del Duomo
di
(Nella foto sopra, la palombina dell'edizione 2005, affidata alle cure degli allori neo-sposi Orietta e Luca. La palomba vive attualmente a Porano ed ha trovato un compagno. Nella foto sotto, la palombella all'interno dell'involucro che la protegge)
di Stefania Tomba
ORVIETO -
Tutto secondo copione, insomma, per la tradizionale festa della Palombella che da anni, ormai, è al centro di duri scontri che vedono, sulle contrapposte "barricate", animalisti e sostenitori della piena formula tradizionale del rituale. Un copione, quello dell'edizione 2006 della festa, che probabilmente verrà leggermente modificato, in quanto dovrebbero essere adottate delle misure di ulteriore prevenzione per non rischiare di infastidire in alcun modo il piccione. Si tratterebbe, insomma, di varianti per attutire il rumore di botti e mortaretti che al pennuto tocca sopportare per qualche secondo. Attenzioni in tal senso, col modificarsi dei costumi e con l'emergere delle nuove sensibilità portate dai tempi, erano state già adoperate in passato con la riduzione del rumore e soprattutto proteggendo la palomba nella raggiera con un tubo di plexiglass.
Insomma, si va verso la pace e la ragionevolezza: spegnere i toni e trovare soluzioni condivise. Questo l'obiettivo che si era dato il nuovo Consiglio di amministrazione dell'Opera del Duomo, lo scorso anno, alle prese per la prima volta con la festa. Ora bisognerà vedere l'impatto che la decisione avrà sull'opinione pubblica, una volta che verrà comunicata ufficialmente. E soprattutto, piacerà agli animalisti? Potranno dirsi soddisfatti? E' proprio di questo fine settimana, infatti, l'appello rivolto al vescovo, monsignor Scanavino, ed al presidente dell'Opera, Venturi, da parte di Antonio Bruno, presidente di una nota associazione animalista nazionale perché si sperimenti un'edizione col simulacro. Non c'è che da attendere.
Ad augurarsi che vada tutto bene è il vescovo monsignor Giovanni Scanavino che per primo si era detto disposto al cambiamento. "Si è cercato di smorzare i toni e di fare in modo che la Pentecoste sia soprattutto serena - dice il vescovo - nel rispetto della tradizione ma togliendo quello che può esserci di pericoloso per l'animale". "Ma - conclude il vescovo - che
Pubblicato il: 19/04/2006