Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

"Prati armati" sulla strada tra Orvieto e Porano

Tecnolofgia nuovissima. Sulla strada dell'Abbadia eseguite anche opere di consolidamento e drenaggio per complessivi 500.000 euro

La Provincia di Terni ha adottato per la prima volta in Umbria la tecnologia dei "prati armati" per affrontare e risolvere il problema delle frane lungo le strade di competenza. La prima sperimentazione è stata eseguita lungo il pendio sovrastante la S.P. 111 dell'"Abbadia", che collega Porano con Orvieto e che era stata danneggiata dalle eccezionali piogge del dicembre 2004. Lungo la scarpata è stato impiantato un tappeto naturale composto da una particolare miscela di graminacee perenni cespitose, sviluppate dalla ricerca della "Prati Armati", un'azienda lombarda che è stata incaricata dal Servizio viabilità dell'Amministrazione provinciale di eseguire i lavori di completamento per la messa in sicurezza del tratto franato, coordinati dall'ing. Marcello Boccio.
Oltre a consentire un intervento non invasivo dal punto di vista ambientale e paesaggistico, scopo dell'intervento con le specie vegetali è quello di aumentare la resistenza del terreno soggetto ad erosione e scivolamenti superficiali, garantendo un'elevata coesione grazie al legame fra particelle di terreno e radici e incrementando la stabilità del pendio. Le essenze erbacee utilizzate nei "prati armati" presentano caratteristiche fisiologiche e funzionali fino a dieci volte superiori a quelle delle essenze tradizionalmente utilizzate nelle idrosemine, imbrigliando gli strati profondi del terreno grazie ad un'armatura di radici sottilissime e resistenti.
Il costo dell'intervento si è attestato a circa 150.000 euro, ai quali vanno aggiunti ulteriori 350.000 per le altre opere di consolidamento eseguite dalla Provincia. In particolare si è proceduto al rimodellamento della scarpata, alla realizzazione di un muro di sostegno, in cemento armato, della stessa, alla collocazione di reti paramassi e ad opere di drenaggio delle acque con la realizzazione di fossi di guardia. L'intervento è divenuto anche motivo di studio e approfondimento. Delegazioni di docenti universitari e rappresentanti di enti quali l'Enea Casaccia di Roma, la FAO, l'Università "La Sapienza" di Roma, l'Università della "Tuscia" di Viterbo, di progettisti e tecnici di altre amministrazioni pubbliche sono infatti già venute in diverse occasioni a visionare i risultati raggiunti con questa innovativa tecnologia.

Pubblicato il: 07/04/2006

Torna alle notizie...