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Centro storico e caserma 'Piave'. Si discute del futuro

Con il "Forum civico" rivolto a tutti i Consigli di zona e ai cittadini, l'Amministrazione comunale ha formalmente avviato la fase della partecipazione sul futuro del Centro storico e della 'Piave'

Politica

Con il "Forum Civico" rivolto a tutti i Consigli di zona e ai cittadini, l'Amministrazione comunale ha formalmente avviato la fase della partecipazione sul tema: "Il futuro ruolo del Centro storico di Orvieto, in una visione di ambito territoriale, regionale e nazionale, alla luce della riconsegna alla città della ex Caserma Piave".

Il 31 marzo, presso la Sala dei Quattrocento del Palazzo dei congressi, riunione di tutti i consiglieri dei Consigli di zona per discutere "Il futuro ruolo del Centro storico di Orvieto, in una visione di ambito territoriale, regionale e nazionale, alla luce della riconsegna alla città della ex Caserma Piave".
Il dibattito promosso dall'Amministrazione comunale ha fatto seguito allo svolgimento del primo Consiglio comunale sull'argomento ed ha aperto ufficialmente la cosiddetta fase partecipativa intorno alla futura destinazione del complesso della ex Caserma "Piave", ovvero il futuro sviluppo socio, economico e culturale della Città di Orvieto. Si tratta infatti del primo appuntamento con i Consigli di zona su questo argomento specifico e l'inizio di una serie di forum civici per discutere sull'utilizzo dell'ex Caserma Piave.

Evasio Gialletti ha aperto il Forum e augurato una proficua collaborazione. «Siamo tutti motivati alla ricerca della massima coesione fra le forze politiche, sociali, istituzionali e cittadine. In nome del principio della totale collaborazione che ha sempre contraddistinto questa Amministrazione, sarà presa in seria considerazione qualsiasi proposta o suggerimento venga formulato in tal senso».
Illustrando ai presenti l'argomento Stefano Cimicchi ha focalizzato alcuni aspetti e sostenuto che « oggi sarebbe irripetibile pensare ad un'unica forte destinazione d'uso di quel complesso come è stata la presenza militare. Oggi la prospettiva è quella dell'impegno delle risorse intellettuali nella direzione della 'qualità della vita', di un modello di sviluppo ecocompatibile, pulito, che guarda alla formazione. Dobbiamo sapere con certezza cosa fare: rifunzionalizzare il centro storico, riequilibrarlo, creare servizio, migliorare i servizi culturali e ricettivi. Le premesse sono importanti perché un intervento di questo genere è destinato a lasciare una traccia profonda. Questa è una città fatta di strutture importanti, dunque la rifunzionalizzazione dell'ex Caserma è un fatto straordinario che va colto nella sua complessità, tutti insieme con una discussione stimolante . Ecco il senso della partecipazione , cioè stare dentro il problema e ritrovarsi nella sede deputata del massimo consesso civico. Oggi, Orvieto - ha aggiunto Cimicchi - non ha subalternità perché ha attivato una politica di relazioni che ha ricollocato questa città al centro di un interesse vasto nell'Italia Centrale. Dal 1996 si è fermata la perdita di popolazione, si assiste al reingresso di residenti nel centro storico. Di qui l'invito a riflettere su questi temi in un modo non settario ma con spirito costruttivo. Orvieto ha raccolto esperienze ed idee che erano nel 'Progetto Orvieto', ha le risorse intellettuali e politiche per essere interlocutrice di chicchessia.

Cosa fare dell'ex Caserma? Una monofunzione non è proponibile(ripeterebbe una separazione nella città) ma si possono pensare alle COSE da fare al suo interno. Bisogna andare per gradi puntando alla qualità e alle diverse economie della rifunzionalizzazione che sono le economie della città, le economie della conoscenza, le economie della salute e dei servizi alla persona. Una comunità consapevole deve fare delle scelte e queste sono alcune delle scelte possibili: l'Università fa Impresa, l'impresa fa cultura e formazione, l'economia industriale nel senso della produzione dell'innovazione e della ricerca, i servizi dello svago e del tempo libero, i servizi culturali con attività e attrezzature che diano risposte agli studenti. Il concorso di idee può anche andare bene per la progettazione architettonica ma le indicazioni sulle scelte di contenuto debbono giungere dalla comunità cittadina. Stiamo lavorando dentro questa prospettiva che ci impegna tutti ai vari livelli a cominciare dai capigruppo consiliari, e stiamo lavorando in modo cristallino. Abbiamo inoltrato una copia del documento al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, perché così come avvenne con i Governi passati per l'approvazione delle leggi speciali per Orvieto, abbiamo il dovere di misurarci con il Governo del Paese. Dobbiamo essere una città intelligente e dobbiamo avere bisogno di tutti. Orvieto o sta all'interno del Patto per lo Sviluppo e la coesione sociale della Regione Umbria oppure si potrebbe aprire una problema politico gravissimo. Siamo ciascuno, compresi i soggetti privati, di fronte ad un banco di prova che non può essere rinviato. Orvieto in questi anni ha dato vita a circa 25 strutture di gestione di sottosistemi che costituiscono un 'manuale di gestione dei sistemi economici' sempre in evoluzione. Mettiamo a frutto tutto questo. Personalmente ho assunto l'impegno di stare fuori dalle 'beghe' fino all'ultimo giorno del mio mandato ed ho il dovere di guidare Orvieto verso questo nuovo traguardo, pena la sconfitta, non solo mia personale, ma soggettiva di ciascuno di noi. Daremo presto conto del programma funzionale frutto del lavoro che stiamo facendo e che è oggetto di un caso di un studio. Invito i cittadini e i Consigli di zona a far pervenire proposte e osservazioni».

Nel corso del dibattito sono intervenuti Sergio Casasole, che ha chiesto di conoscere gli intendimenti dell'Amministrazione comunale sulle possibili destinazioni d'uso del complesso ex Caserme, Attilio Attioli, che ha invitato a pensare a delle soluzioni guardando alle carenze attuali esistenti nella città ed augurandosi che incontri come il Forum non siano finalizzati alle scadenze elettorali future. Sergio Cherubini ha sostenuto il fatto che le scelte le deve fare il Consiglio comunale e che è prematuro che l'Amministrazione avanzi soluzioni; ha poi evidenziato l'importanza dei cittadini dentro e fuori le istituzioni e quindi il ruolo dei Consigli di zona, affinché sappiamo confrontarsi con i cittadini e chiedere loro di produrre idee e contributi. Ha anche aggiunto che la questione delle Caserme guarda agli interessi di un vasto territorio regionale ed extraregionale. Vieri Venturi ha sostenuto che il complesso ex Caserme potrebbe funzionare per gli studenti nella prospettiva universitaria ed ha chiesto che i Consigli di zona vengano messi al corrente dello stato dell'arte della gestione della materia.
Hanno dato, inoltre, il loro contributo al dibattito Costantino Pacioni, Fabrizio Cortoni e Franco Raimondo Barbabella.


Pubblicato il: 04/04/2003

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