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Barberani(FI). Buona qualche idea di Mocio per il Centro storico

Barberani auspica, tra l'altro, la fine del colletarismo e l'affermazione di una "democrazia economica"

ORVIETO - Sempre più defilato dalla scena politica cittadina, Antonio Barberani (Fi) non si sottrae ad esprimere il proprio giudizio sulle linee di indirizzo recentemente presentate dal sindaco per il rilancio del centro storico. "E' da apprezzare innanzitutto, e finalmente, il rinnovato interesse per il centro storico - esordisce Barberani - visto non più come "periferia" di Ciconia ma come plus valore per la città. E in secondo luogo è da apprezzare il fatto che l'Amministrazione abbia accolto molte delle proposte provenienti da Fi. Era successo con il casello e sta succedendo adesso con le gallerie commerciali o con la prospettiva che guarda, finalmente, alla Piave non più come ad un volume da riempire ma come area".

Non tutto il progetto piace, però, a Barberani, che così corregge il tiro. "Ci sono punti poco convincenti, ad ogni modo. In primis sulla politica di ridensificazione del centro storico con cui si andranno a creare altri volumi sulla Rupe dove ci sono già centinaia di case sfitte che, di per sé, producono l'effetto di impennare i prezzi". "E poi - incalza Barberani - si va ancora troppo lenti quando la situazione economica non lo consente più". Qualche esempio? Per quanto riguarda il dibattito sulla sistemazione museale e l'esigenza di migliorare la ricettività alberghiera, Barberani lancia l'idea di un albergo extralusso negli attuali spazi del Centro studi cittàa di Orvieto, che si trasferirebbe, insieme al campus che verrà, alla Piave. "Un complesso alberghiero - spiega - con tanto di pinacoteca per Emilio Greco, che non lascerebbe la piazza e libererebbe al contempo le sale del Soliano, consentendo la realizzazione del museo dell'Opera. "Le grandi idee - sottolinea Barberani - nascono spesso dal coraggio di affidarsi all'eccellenza e spesso mal si conciliano con le esigenze le competenze e le convenienze degli assessori e degli uffici urbanistici". "E' tempo - conclude pungente - che in città si istauri una "democrazia economica" che consenta la competitività tra soggetti imprenditoriali ponendo così fine al collateralismo". "Il piano - dice infine Barberani - rappresenta un adeguamento programmatico necessario in quanto si è modificata la piattaforma politica. Spero solo che questa vicinanza Ds e Margherita non riduca gli spazi dialettici e il confronto. In fermento c'è già un nuovo movimento di idee e di persone libere che si confronta e che ha bisogno di proporre e di fare".

Pubblicato il: 30/03/2006

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