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Ad Alviano per testimaniare che non si può soccombere alla psicosi dell'aviaria

Il professor Adriano Mantovani, autorità veterinaria con esperienza internazionale, accompagnato da una trentina di persone, ha visitato l'Oasi. E ci spiega perché...

foto di copertina

La scorsa domenica, il professor Adriano Mantovani, autorità veterinaria con esperienza internazionale, accompagnato da una trentina di persone, molti i ragazzi, ha voluto testimoniare contro la psicosi assurda innescata dall'aviaria ed ha visitato l'Oasi di Alviano, ormai disertata per paura di contagio, per paura degli uccelli.

Alleghiamo la lettera del professore in cui spiega il perché sia necessario intervenire e testimoniare che non si può soccombere alla psicosi dell'aviara. Il danno alla natura sarebbe rilevante.

Questa la lettera
 
Mi chiedo perché a 80 anni mi trovo coinvolto in questa azione di avvicinamento, soprattutto dei bambini, alla natura, e mi sento preoccupato per il futuro dell'ambiente e delle oasi naturalistiche. Debbo premettere che per me vivere nel mondo naturale non è un "optional". Il bisogno di natura l'ho sentito sin da quando, bambino, fui trasferito in città. Cominciai a cercare qualcosa che mi riavvicinasse alla campagna e lo trovai in quella che, in quella situazione e in quei tempi, era l'unica soluzione possibile: la caccia. Così cominciai ad aggregarmi a compagnie di cacciatori e, raggiunta l'età,  presi la licenza di caccia.  Rivista nel tempo quella passione mi appare come un tuffo nella natura.  Il lavoro di veterinario mi ha poi permesso un contatto quasi continuo con la campagna.
 Passati gli anni, ho dovuto constatare come i giovani urbanizzati  (compresi  molti di quelli  che vivono in zone ormai solo teoricamente rurali) abbiano scarsi contatti con il mondo naturale che non conoscono e non frequentano tranne che attraverso i mass-media.  Sono condannati a una "pulizia assoluta" che li rende sterili o quasi. Nello stesso tempo si è avuto un deterioramento della zone naturali. Fortunatamente si è formato un movimento che ha risanato e valorizzato diverse zone, costituendo delle  oasi che però necessitano, per sopravvivere, una continua opera di mantenimento, perché, se abbandonate, sono destinate a decadere , perdendo la loro fruibilità.
    La costruzione sul territorio italiano di una catena di oasi naturalistiche costituisce una importante realizzazione che deve essere assolutamente trasmessa alle generazione future. Mi sono pertanto  molto allarmato, ed ho ritenuto di dover reagire, quando ho ricevuto il messaggio dell'amico Gianni Cardinali, direttore dell'oasi faunistica di Alviano, che denunciava la caduta d'interesse  pubblico e  privato per l'oasi dovuta alla ingiustificata psicosi  per l'influenza aviaria.  E' evidente il rischio che il distacco, già grave , che si è creato tra giovani e natura, si faccia ancora più ampio e permanente.   E poiché il timore (la psicosi) non è per una infezione reale ma per un pericolo paventato, viene spontaneo pensare alla "Fortezza Bastiani" che deve difendere un confine da un nemico, che non arriva, dal  "Deserto dei tartari"( vedi il libro di Dino Buzzati).  Ma intanto saranno state sacrificate altre  importanti componenti della difesa del confine  (fuori metafora la nostra qualità della vita) , quali il contatto con la natura, le oasi faunistiche e l'allevamento biologico dei polli.
   L'influenza aviaria la conosciamo da oltre un secolo e l'abbiamo sempre dominata considerandola un normale sgradevole problema di sanità pubblica veterinaria e non una emergenza che meriti che si faccia terra bruciata.
    Normali cognizioni di igiene ci insegnano da sempre che non bisogna toccare animali morti, uccelli, gatti o altro.  Sappiamo che i servizi veterinari hanno più volte controllato epidemie di influenza  aviaria e sono attrezzati per eventuali casi.  Infine nessuno si sognerebbe di mangiare un pollo crudo anche perfettamente sano.

                                                                                                                    

Pubblicato il: 29/03/2006

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