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Orvieto. Situazione politica esplosiva

Le sorti politiche di Cimicchi e il post elezioni: assomiglia sempre di più ad una bomba a doppio innesco la scenario politico orvietano

foto di copertina

di Stefania Tomba

ORVIETO - Le sorti politiche di Cimicchi e il post elezioni: assomiglia sempre di più ad una bomba a doppio innesco la scenario politico orvietano.  La situazione esplosiva tenuta a freno, fino a questo momento, dalla decisione del Tar e, ancora per un po', dall'esito delle elezioni che segneranno la nascita del cosiddetto partito democratico, è destinata ad esplodere determinando, con ogni probabilità, profondi cambiamenti negli equilibri della politica locale.  La "sconfitta" di Cimicchi non segna, infatti, solo la perdita della rappresentanza territoriale in Regione, cosa questa di certo non secondaria e di cui si rammaricano, infatti, ufficialmente tanto il vicesindaco, Carlo Carpinelli, quanto gli organismi locali e provinciali della Quercia.  Ma potrebbe, ora, portare con sé serie ripercussioni all'interno dei Democratici di sinistra.  Il "correntone", minoranza all'interno del partito, ha incassato l'ennesima sconfitta con l'esclusione di Stefano Cimicchi da palazzo Cesaroni e, ora, quattro "uomini dell'ex sindaco" in Giunta comunale, a cui si aggiungono altri rappresentanti della sinistra Ds nelle partecipate, potrebbero sembrare "troppi" alla nuova dirigenza fassiniana.  In ogni caso il rimpasto, ammesso che avvenga, non ci sarà prima del dopo elezioni.  Le elezioni, appunto: l'altra incognita destinata a cambiare i pesi e gli equilibri in Comune.  La prospettiva del partito unico apre, infatti, scenari politici quasi inimmaginabili.  Sotto lo stesso tetto si riuniranno Margherita, Ds e Altracittà, partito proveniente dalla Margherita, attualmente in minoranza ma che ha già aderito al comitato per l'Ulivo.  L'anomalia, se così si può dire, potrebbe avere effetti dirompenti negli assetti post elettorali.  Se Conticelli e Cortoni decidessero, infatti, di partecipare alla maggioranza potrebbero risultare due consiglieri "chiave" per chi fosse in grado di averli come alleati.  Con la conseguenza, o il rischio, di spostare l'asse degli attuali equilibri.  Senza contare che in forse c'è anche l'unità dei Ds.  Inutile dire, infatti, che la prospettiva del partito unico non piace affatto alla sinistra della Quercia e molti del "correntone" potrebbero decidere di non confluire all'interno della nuova formazione politica.  Entrando magari in Rifondazione o costituendo un nuovo gruppo.  Insomma la confusione è massima e il sindaco Mocio, in tutto questo, è ovviamente chiamato ad un ruolo delicatissimo.

Pubblicato il: 24/03/2006

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