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Il cordoglio di Stefano Mocio, Stefano Cimichi, Catiuscia Marini

Un saluto al vescovo Grandoni, di Stefano Cimicchi - Se ne è andato in punta di piedi, ultimo sforzo la presentazione del suo libro qui ad Orvieto e poi via, come se avesse un appuntamento urgente.

Aveva vissuto gli ultimi due anni della sua vita con grande sofferenza, inutile negarlo.

Un po' la sindrome dell'ex che colpisce tutti indistintamente (io ne so qualcosa!!) e poi quell'amore smodato per le Sue città e per la Chiesa. Una identificazione quasi maniacale che lo portava a tentare le forme possibili del proselitismo anche quando questi era apparentemente impossibile.

Grande carattere e lucidità nella visione del mondo e delle cose. Non credo abbia avuto mai grandi dubbi. Era netto nei giudizi e quando si era fatto una opinione su di una persona difficilmente la cambiava.

Aveva anche una chiara visione politica (quante fesserie si sono dette su questo argomento!) era antifascista e anticomunista, senza remore, apertamente e pubblicamente.

Più su Todi che su Orvieto si occupava molto della "città terrena". Ad Orvieto invece lasciava fare al clero che ha un potere molto parcellizzato sul territorio ma difficilmente gestibile in modo centralizzato. Lui dialogava con noi con rispetto e allo stesso tempo con fermezza. Se voleva una cosa veniva in Comune, se volevi qualcosa dovevi andare in Curia.

Ha lasciato un grande ricordo, lo diciamo senza ipocrisia, nel bene e nel male! Chi sta al potere è soggetto ad un logoramento inesorabile. Posso essere però testimone di averlo visto affrontare i problemi senza infingimenti, con coraggio e, come è noto, con grande senso dell'ironia.

Quando andammo in Palestina e vi erano due pulman, uno di tuderti e uno di orvietani, dovette fare un giorno per uno per contenere le chiacchiere.

Amava Todi più di Orvieto, aveva subito l'unificazione delle due Diocesi ma sul Governo della Curia non scherzava e con i due comuni lavorò sinceramente e con vera passione perché si sviluppassero attività e progetti comuni. Dovremo scriverlo con più tempo e spazio ma il suo ruolo non fu di certo secondario sulla approvazione delle leggi speciali.

Per noi era un amico sincero e leale, non ci risparmiava nulla e le sue reprimende arrivavano sempre, come documentato nel Suo libro, a voce oppure per scritto. Ci mancherà, così come mancherà a tanta gente che gli ha voluto bene.

Il cordoglio del sindaco di Todi, Catiuscia Marini - "Voglio esprimere il mio cordoglio personale e quello della città per la morte di Mons. Decio Lucio Grandoni Vescovo Emerito di Orvieto-Todi. Se ne va un protagonista autorevole della Chiesa locale che ha guidato per oltre 30 anni da Vescovo con la determinazione di un deciso impegno religioso a favore dei cittadini più deboli, dei lavoratori, degli anziani e dei disabili.

Il Vescovo Grandoni nato e vissuto a Todi è stato sempre profondamente legato alla sua città.

Conosceva la storia della nostra città, così come le virtù e le debolezze della nostra comunità civile. Ha sempre difeso con orgoglio il ruolo di Todi e le sue potenzialità. Ha legato il suo percorso di Vescovo a vicende importanti quali la visita di papa Giovanni Paolo II a Collevalenza e a Todi nel 1981, così come si è trovato a gestire la fase tragica e drammatica dell'incendio del Palazzo Vignola.

Ho apprezzato sempre il suo carattere schietto e diretto, segno di autorevolezza e lealtà, la disponibilità al dialogo e al confronto su questioni d'interesse della comunità cittadina.

Ha improntato il suo ruolo di Vescovo e di guida della Chiesa locale al rispetto delle istituzioni civili, alla distinzione dei ruoli, all'autonomia e all'indipendenza.

Con la morte di Mons. Decio Lucio Grandoni se ne va un personaggio importante di Todi, un protagonista che con la sua vita ha lasciato segni inconfondibili sia nella comunità religiosa che in quella civile.

Esprimo il cordoglio mio personale, delle istituzioni del Comune e dell'intera città a Mons. Giovanni Scanavino, Vescovo di Orvieto-Todi ed attraverso di Lui, a tutta la comunità religiosa della Diocesi, certa di interpretare i sentimenti diffusi dei nostro cittadini."  

Il cordoglio del sindaco di Orvieto, Stefano Mocio - In questo momento non posso non pensare all'ultimo incontro ufficiale a cui egli ha voluto partecipare nella sala consiliare del Comune, il 14 febbraio scorso, in occasione della presentazione del suo libro 'La mia vita per il ministero sacerdotale cattolico'. Un appuntamento che ha voluto onorare a tutti i costi, malgrado i problemi di salute. Il mio ricordo di Mons. Grandoni, con il quale avevo un rapporto di stima reciproca e di amicizia sincera, è istituzionale e personale al tempo stesso. Innanzitutto era una persona franca e schietta, una persona concreta che in anni importanti per la nostra città ha interpretato la sua missione pastorale certamente da difensore delle prerogative della Chiesa, ma con uno stile rispettoso anche delle prerogative e delle libertà delle altre istituzioni. Il suo rapportarsi con gli altri, anche nei ruoli istituzionali, tendeva sempre a stabilire la relazione umana, l'incontro e l'ascolto delle sensibilità altrui, concorrendo in questo modo a costruire un forte dialogo fra le istituzioni. Un dialogo che nella nostra realtà e tra la nostra comunità è stato scandito da tanti momenti importanti vissuti insieme come i risultati per la salvaguardia del patrimonio storico-artistico e monumentale della Città di Orvieto fra cui il Duomo, in virtù della legge speciale per Orvieto e Todi, ma anche da momenti dolorosi come la tragedia della Valbadia. Mons. Grandoni in ventinove anni di attività pastorale e anche in questi ultimi, brevissimi tre anni dalla conclusione del suo compito alla guida alla Diocesi, ha mantenuto i rapporti tra Chiesa e istituzioni su un elevato livello di rispetto reciproco e di considerazione".
"Di Mons. Grandoni - conclude il Sindaco, Stefano Mocio - ho anche tanti ricordi positivi che hanno segnato la mia vita pubblica e quella privata".


Il 17 dicembre 2003, all'unanimità, il Consiglio Comunale conferì a Mons. Decio Lucio Grandoni, la cittadinanza onoraria della Città di Orvieto con la seguente motivazione:"Orvieto, città laica e democratica, ringrazia S. E. Mons Decio Lucio Grandoni, per l'opera svolta nella sua qualità di Vescovo della Diocesi Orvieto - Todi. In anni non facili, con il suo costante impegno, egli ha mantenuto la Chiesa Particolare di Orvieto - Todi su un piano di autonomia e di rispetto per le civiche autorità. In un'epoca di grandi trasformazioni, l'attività pastorale di Mons. Grandoni ha contribuito a far crescere la comunità orvietana, permettendole di mantenere saldi i valori fondamentali. Orvieto ringrazia il suo Vescovo ed, a ricordo dell'importantissimo tratto di strada compiuto insieme, gli conferisce la cittadinanza onoraria".

In quell'occasione, visibilmente emozionato, Mons. Decio Luco Grandoni, ringraziò il Consiglio Comunale e le autorità affermando: "Ho amato molto Orvieto che ho servito in quello che era il mio compito. Ho sempre riconosciuto la validità della laicità, senza imposizioni di alcun genere, neppure religiose perché ritengo il clericalismo una degenerazione della cattolicità. Nel corso della mia missione ho avuto ottimi rapporti con tutti gli amministratori pubblici che ho incontrato senza mai fare azione politica, poiché quello che conta è il valore delle persone. Ringrazio il Consiglio Comunale di Orvieto per il riconoscimento che mi conferisce, con una decisione che viene assunta all'unanimità; è questo un elemento molto importante. Da Vescovo ho lavorato per creare un rapporto più stretto a livello socio-economico fra Orvieto e Todi anche con il contributo di eminenti studiosi, convinto del fatto che trattandosi di territori di confine correvano il rischio della marginalizzazione rispetto a centri più grandi e importanti della nostra realtà regionale e extraregionale. Per queste ragioni sono rimasto fedele alla semplicità che ho sempre praticato, anche se talvolta poteva apparire sconveniente per un Vescovo, del resto però il mio scopo era ed è quello di servire, aiutare ed amare. Sono diventato amico di tutti, ho prestato ascolto ed aiuto a chi mi ha sottoposto richieste di aiuto".

 

 

Pubblicato il: 23/03/2006

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