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Mano dura del pm nelle ultime due richieste per la 'Cahos'

Quattro anni e sei mesi con dodici mila euro di ammenda per un venticinquenne di Fabro - G.M. le iniziali  - e oltre due anni con svariate migliaia di euro per A.M. di ventotto

di Stefania Tomba

ORVIETO -  Mano dura del pm nelle ultime due richieste di condanna per gli imputati della "Cahos".  Quattro anni e sei mesi con dodici mila euro di ammenda per un venticinquenne di Fabro - G.M. le iniziali  - e oltre due anni con svariate migliaia di euro per A.M. di ventotto.  I due ragazzi - ammessi al rito abbreviato condizionato in alternativa al patteggiamento inizialmente richiesto dall'avvocato difensore di entrambi, Giovanni Guariglia - sono ritenuti dall'accusa tra i principali responsabili del traffico locale di sostanza stupefacente finito nel mirino dell'Arma nell'ambito dell'indagine antidroga dei carabinieri del dicembre del 2002 per cui finirono in manette ventisei giovani orvietani per la maggior parte tra i venti e i venticinque anni.  Un traffico - come provarono a dimostrare soprattutto le intercettazioni telefoniche - gestito da quattro o cinque ragazzi, ognuno dei quali avrebbe costituito il punto di riferimento rispetto ad una o più tipologie di sostanze stupefacenti da smerciare. Le "chicche" (ecstasy), il "moffo" (haschich), la "spada" (eroina), il "cocco" (cocaina), come i ragazzi chiamavano in linguaggio criptato la droga, sarebbero venuti soprattutto da Perugia ed erano, poi, venduti principalmente tra alcuni luoghi di ritrovo di piazza Cahen e un albergo dello Scalo.  L'indagine scattò nel 2000.  Tutto partì da fonti confidenziali dei carabinieri a cui fecero seguito numerose audizioni in caserma e un intenso servizio di intercettazioni telefoniche, corroborate da controlli e pedinamenti. 

La prima udienza disposta per le repliche degli avvocati difensori è quella fissata già a partire da stamani.  Anche se gli avvocati hanno chiesto un rinvio tecnico per avere il tempo di prendere visione delle requisitorie depositate soltanto nella giornata di martedì.  Si inizierà quindi probabilmente con la seconda udienza quella fissata dal giudice, Gianluca Forlani, per il 4 aprile.  Per gli altri quindici giovani ricorsi ai riti alternativi le richieste del sostituto Annalisa Giusti vanno da un minimo di quattro mesi ad un massimo di due anni e nove mesi con ammende complessive da svariate migliaia di euro.  Il procedimento ordinario per i restanti dieci ragazzi rinviati a giudizio si aprirà, invece, con l'udienza del prossimo 20 aprile.

Pubblicato il: 23/03/2006

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