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Acqua del Tione. In crisi venti posti di lavoro

Il gruppo Nestlè-San Pellegrino, proprietario del marchio "Tione", sarebbe intenzionato ad abbandonarlo. Intrevento di Fausto Galanello della FLAI-CGIL

foto di copertina

Lo stabilimento di imbottigliamento dell'acqua del Tione è in discussione. Il gruppo Nestlè-San Pellegrino, proprietario del marchio "Tione", sarebbe intenzionato ad abbandonarlo e quindi si acuirebbe ulteriormente la crisi occupazionale nell'Orvietano. Fausto Galanello, a nome della FLAI-CGIL,  denuncia gli errori industriali commessi nel passato dall'azienda e propone la costituzione di un "tavolo" che già dalla prossima settimana affronti il problema. Quando fu insediato lo stabilimento ed iniziò lo sfruttatamento della fonte del Tione si aprirono molte speranze, che si ridimensionarono subito di fronte ad un tipo di lavorazione industriale a bassa incidenza di manodopera. Ora le persone impiegate, una ventina, stanno vivendo la preoccupazione per il futuro che già ha coinvolto negli ultimi anni centinaia di famiglie nell'Orvietano.

Il documento che segue, a firma di Fausto Galanello, rappresenta la posizione della CGIL di fronte a questo nuovo dramma umano, economico, sociale.

La dichiarata volontà del Gruppo Nestlè-San Pellegrino di abbandonare il marchio Tione e lo stabilimento orvietano, come da fonti istituzionali locali, non va assolutamente sottovalutata perché potrebbe significare la cessazione dell'attività produttiva  di uno dei pochi insediamenti "industriali" rimasti sul nostro territorio.

 Non si tratta di fare allarmismo ma è una considerazione semplicemente oggettiva viste le forti perdite che, da alcuni anni a questa parte, stanno interessando il mercato delle bevande e delle acque minerali in particolare,  dentro la crisi più generale dei consumi nel nostro Paese, che sta mettendo in seria difficoltà marchi ben più affermati sul mercato nazionale ed internazionale. Una crisi senza precedenti del sistema produttivo locale e nazionale, aggravata dalla totale assenza di politiche industriali nazionali di sostegno alle imprese in difficoltà. Ma va anche ricordato che le scelte di strategia industriale e di commercializzazione compiute nel 2002 da parte aziendale di separare il marchio Tione da Panna ed il conseguente scivolamento verso una fascia di primo prezzo, non avrebbe potuto che portare a questa conclusione.

Scelta strategica sbagliata perché avrebbe potuto avere un senso, nell'interesse del nostro insediamento produttivo e del nostro marchio, solo se mirato ad un rilancio, con investimenti pubblicitari e commerciali adeguati e puntando ad un riposizionamento su una fascia medio alta di qualità e di prezzo, mettendosi un po' più al riparo dalla concorrenza selvaggia scatenatasi in questi anni sulle fasce più basse  e di primo prezzo.

Questo, come FLAI-CGIL orvietana ed umbra, lo sostenevamo anche allora ma, purtroppo, la non sindacalizzazione di questa azienda ci impedì di sostenerlo nelle sedi concertative di gruppo dove queste decisioni furono prese. Forse maggiore attenzione sarebbe dovuta venire da quei soggetti istituzionali, Regione in primis che detiene le concessioni, che in ambito locale hanno voce in capitolo per condizionare ed orientare strategie industriali strettamente collegate allo sfruttamento di risorse naturali del territorio.

Detto ciò, per chiarezza sul perché di questa situazione, occorre, come sempre e come troppo spesso sta capitando in questi anni qui ad Orvieto e nell'intera Provincia, rimboccarsi le maniche ed attivarsi, come già per l'Itelco e poi la MCO, per ricercare, incoraggiare, costruire, una via di uscita che scongiuri il peggio: una ennesima chiusura e  qualche altra decina di posti persi.

Ci sono, del resto, condizioni non secondarie: qualità e disponibilità di acqua, capacità produttive alte per le condizioni strutturali e tecnologiche dello stabilimento, professionalità ecc., che possono sicuramente costituire delle buone ragioni per ridare un futuro allo stabilimento, al marchio ed alle maestranze.

L'invito rivolto alle istituzioni locali è quello di andare immediatamente alla convocazione di un tavolo territoriale per affrontare anche questa situazione. Anzi, la presenza ad Orvieto della Regione, di Sviluppumbria e Gepafin il prossimo lunedì 20 marzo per la vertenza MCO, potrebbe essere un'ottima occasione per affrontare successivamente anche la vicenda Tione.

 

Pubblicato il: 18/03/2006

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