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Dopo le elezioni si rimischiano le carte in tutto l'Orvietano

Nel nostro territorio e ad Orvieto la fase postelettorale sarà particolarmente importante, faticosa e cruenta

foto di copertina

di Dante Freddi

Le elezioni di aprile evocano per tutti un punto topico, di arrivo o di partenza, comunque di rinnovamento o di "rovinamento", a seconda dei punti di osservazione.
Auspica una politica nuova nella continuità il centrodestra, una politica nuova che cancelli gli ultimi cinque anni il centrosinistra.
Sembra certo che nascerà il cosiddetto partito democratico che unirà diesse e margheriti.

Ad Orvieto sarà l'occasione giusta per portare la confusione a livelli inimmaginabili.

La Margherita si troverà all'interno del "partito nuovo" anche Conticelli, che da lì proviene e che lì ritornerà. Altra Città ha infatti già aderito al Comitato per l'Ulivo. Fin qui niente di nuovo sotto il sole. Conticelli è già stato nella Margherita e contemporaneamente all'opposizione in Comune. Questa nota stonata è già conosciuta, ma se fosse suonata in coerenza con tutta la sinfonia? Se Conticelli e Cortoni decidessero di partecipare alla maggioranza, come sarebbe comprensibile data l'eccezionale novità politica? sarebbero due consiglieri in più, decisivi nelle scelte per chi fosse in grado di averli come alleati.

Enorme il problema DS.

Ad Orvieto, una parte significativa e storica di quel partito non entrerà nella nuova formazione politica. Cimicchi e non so quanti dei suoi aderiranno ad un altro  schieramento di sinistra, forse neppure Rifondazione, probabilmente un gruppo nuovo. Allora in città e nel territorio si "rimischierà" tutto.  

Capoccia e la Stella però non aspetteranno i "movimenti" nazionali, perché qui da noi i rapporti sono già chiari e sufficientemente sfilacciati.

Il procedimento adottato all'interno dei DS potrebbe essere questo: creare condizioni di "crisi" all'interno di ogni amministrazione comunale dell'Orvietano e di ogni derivata, come Risorse per Orvieto. Ritrattare poi con gli alleati programmi ed organigrammi e definire la classe dirigente dei prossimi dieci anni.

Qualcosa toccherà ovviamente anche ai diesse fuoriusciti, ma da fuori, con lo stesso trattamento dei comunisti italiani e Rifondazione e Rosa nel pugno, come alleati.

Non è detto che in questo sconquasso Mocio, che è la pietra d'angolo, quello su cui reggono i mandati degli assessori, sia del tutto disponibile a rivolgimenti che quando iniziano non si sa cosa si trascinino dietro. Il suo "attendismo" smorzerà un po' la corsa al nuovo, ma è impossibile che la fermi. Gli altri sindaci del territorio non potranno essere toccati, ma saranno "conteggiati" in modo nuovo dentro la coalizione. E poi qualcosa di simile avverrà in Provincia e negli altri enti.

Se oggi per procedere alla sostituzione della classe dirigente "cimicchiana" è necessario costruire un'azione complessa e strutturata, che almeno nella facciata parte da programmi amministrativi e sceglie poi le persone per interpretarli, con la costituzione del Partito democratico sarà tutto più facile e naturale e ovvio.

Nella nostra città, dove ci sono in ballo scelte gravi come la riutilizzazione della ex caserma Piave, la realizzazione della complanare, del nuovo centro commerciale al casello A1 e la definizione in termini operativi di quello che alcuni chiamano "il nuovo progetto Orvieto",  questa fase sarà particolarmente importante, faticosa e cruenta.

Pubblicato il: 17/03/2006

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