Archivio Orvietosi Archivio anni 2002-2012: NOTIZIE
NOTIZIE CORSIVI

Chiusa dai carabinieri la Piemar di Borgosole

La fabbrica emetteva un puzzo irrespirabile. Da un anno i Noe seguivano le ingagini sulle emissioni della fabbrica

foto di copertina

FABRO - Un puzzo irrespirabile che in alcuni giorni arrivava fino all'autostrada, le lamentele degli abitanti della zona e, infine, anche qualche malore accusato dagli stessi addetti alla lavorazione. È così che, ieri mattina, alla Piemar di Borgosole, una fabbrica per il recupero di materiale plastico nella zona industriale di Fabro, sono scattati i sigilli.  Le indagini erano partite lo scorso anno - titolare dell'inchiesta il sostituto Annalisa Giusti.  

Allora i carabinieri del Noe e i tecnici della Provincia, in collaborazione con i militari della stazione di Fabro, si erano mossi proprio sulla scorta delle lagnanze dei cittadini insofferenti a quegli odori molesti e sarebbero, quindi, venuti a conoscenza, sempre nell'ambito dell'indagine, anche di alcuni malori accusati ai dipendenti della fabbrica.  Scattarono subito i controlli: era il settembre del 2005.  In quell'ambito, i carabinieri sequestrarono, tra il materiale ricevuto in fabbrica per il recupero, una partita di materiale plastico che risultò inquinato da sostanze pericolose.  I militari avevano anche accertato varie violazioni al decreto Ronchi e ad altre norme di tutela ambientale.  Sulla scorta di queste verifiche, già allora scattarono le denunce a piede libero alla magistratura a carico del titolare e legale rappresentante, L.B., di settantatré anni, originario di Roma, ed il gestore dell'impresa, F.M. di sessantaquattro, di Perugia.  

Con le denunce partì, immediatamente, da parte della Provincia di Terni una diffida  alla prosecuzione dell'attività, che, invece, è continuata incurante.  Fino a ieri mattina. Quando, in esecuzione dell'istanza a firma del gip Gianluca Forlani, i carabinieri sono tornati per chiudere i cancelli e mettere sotto sequestro preventivo la fabbrica, in cui lavoravano come dipendenti dai tre ai cinque addetti.  Poco più di un anno fa i carabinieri del Nucleo operativo ecologico, sullo stesso fronte delle attività di recupero di materiale plastico in difformità alle normative ambientali, avevano sequestrato altre due fabbriche nella zona del Folignate.

Pubblicato il: 09/03/2006

Torna alle notizie...