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Discarica abusiva ai piedi della Rupe

Nei guai un imprenditore edile orvietano di cinquantacinque anni. I nuclei specializzati dell'Arma lavorano per giungere all'applicazione rigorosa delle nuove normative in tema di rifiuti

ORVIETO - Discarica abusiva ai piedi della Rupe, nei guai un imprenditore edile orvietano di cinquantacinque anni.  L'hanno denunciato a piede libero, venerdì pomeriggio, i carabinieri di Orvieto scalo in collaborazione in collaborazione con il Nucleo operativo ecologico regionale dell'Arma.  La discarica a cielo aperto, frutto dei residui della lavorazione dell'impresa edile, da qualche tempo era osservato dai militari che, questa settimana, hanno proceduto ai controlli. Controlli che hanno portato al sequestro di un'area corrispondente ad un centinaio di metri quadri, in cui il titolare dell'impresa, senza la richiesta autorizzazione della Provincia d Terni, accumulava rifiuti speciali in vetro, legno, plastica e ingombranti.  L'ipotesi di reato per lui è di violazioni in materia ambientale.  

Una tipologia d'illecito sulla quale si sta appuntando molto l'attenzione del reparto specializzato dell'Arma e dei carabinieri più in generale per l'applicazione rigorosa delle nuove normative in tema di rifiuti. Un filone di indagine aperto, sempre al riguardo, è quello del "mercato" illegale delle traversine ferroviarie in legno (si tratta di rifiuti speciali, oltretutto anche cancerogeni perché trattati col creosoto) che sembra particolarmente fiorente nell'Orvietano.  Ed ha già portato a consistenti sequestri in alcune ditte della zona che le tenevano in deposito o vi avevano realizzato staccionate o altro.  

In questa stessa settimana, invece, un'altra "visita" del Noe ad Orvieto aveva riguardato il sequestro di una superficie di circa tre ettari di una cava in cui i militari - nell' ambito dei controlli della "Campagna cave" in corso in tutta Italia e coordinata dal Comando tutela ambiente - hanno trovato cumuli di almeno 50mila metri cubi di fanghi prodotti dall' attività di lavaggio degli inerti.  Il cavatore è stato denunciato a piede libero.  I fanghi sono stati scoperti su una parte di cava dismessa nella quale non era stato mai autorizzato lo stoccaggio e l'utilizzo come ripristino ambientale dei fanghi che invece venivano utilizzati per riempire le vecchie aree di cava. Difficile misurare la quantità di fango o immaginare quanto profondo fosse precedentemente lo scavo: i 50mila metri cubi rappresentano quindi - secondo i carabinieri - una stima per difetto.  Il titolare della ditta che opera nella cava è stato denunciato per avere realizzato una discarica abusiva e per avere svolto attività di recupero di rifiuti speciali senza autorizzazione.

Pubblicato il: 05/03/2006

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