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L'assessore regionale Rosi difende la sanità umbra

Secondo Rosi, non rispondono al vero le dichiarazioni dei consiglieri della Cdl, per i quali il Governo ha stanziato maggiori risorse a favore della sanità:  «Mentono sapendo di mentire»

«Pur di difendere il governo Berlusconi sono pronti a dire che il Tevere passa per Gubbio»: commenta così, l' assessore regionale alla sanità, Maurizio Rosi, le dichiarazioni degli esponenti umbri della Casa delle libertà sulla situazione della sanità in Umbria.

Secondo Rosi, non rispondono al vero le dichiarazioni dei consiglieri della Cdl, per i quali il Governo ha stanziato maggiori risorse a favore della sanità. «Mentono sapendo di mentire - dice Rosi in una dichiarazione - pronti a difendere un Governo che vuole affossare la sanità pubblica. Quello che registriamo nel riparto dei fondi alle Regioni è in realtà il tentativo di colpire quelle due o tre regioni, tra cui l' Umbria, che hanno i conti in ordine e non hanno applicato ticket e tasse. Basta osservare la delibera di riparto del fondo sanitario nazionale per il 2006 consegnata dal ministro Storace, dove non viene garantita la pesatura degli anziani e dove, di fatto, l' Umbria ha meno soldi degli anni passati. È l' ultima volta - aggiunge l' assessore - che spiego alla Cdl umbra che il miliardo aggiuntivo previsto dal riparto, che strumentalmente viene abbinato alle liste di attesa, non garantirebbe comunque nemmeno l' aumento dell' uno per cento del fondo rispetto allo scorso».

Proprio sulle liste d' attesa, Rosi ribadisce che «c' è stato un uso strumentale dei dati della ricerca del Censis, che al contrario di quanto dichiarato, sono più che favorevoli per l' Umbria. Comunque io non ho mai dichiarato che non ci sono liste d' attesa nella nostra regione ma che, pur se inaccettabili, sono minori che in altre realtà. Liste d' attesa - tiene ad evidenziare Rosi - causate anche dalla politica del Governo Berlusconi, che non consente nemmeno la sostituzione dei dipendenti che vanno in pensione: anzi, con la finanziaria 2006, vorrebbe che procedessimo a licenziamenti per rispettare la quota della diminuzione di personale pari all' 1,9 per cento. Come si può pensare di ridurre le liste d' attesa se non c'è personale sufficiente ed, in nome di una malintesa libertà professionale, si consente ad ambulatori e laboratori privati di operare in assoluta discrezionalità? Così le liste di attesa aumentano, non diminuiscono».

Sul rapporto Censis, presentato a Roma martedì scorso, l' assessore mette in evidenza che «il 58,5 per cento dei cittadini umbri, contro solo il 21 per cento, sono favorevoli a maggiori responsabilità in sanità per le regioni, segno tangibile - sottolinea Rosi - della loro fiducia nella politica sanitaria regionale, mentre il 53 per cento di umbri ritiene che lo Stato spende in maniera insufficiente per la salute dei cittadini, altro segnale che quanto affermato dai consiglieri della Cdl non risponde a verità. Sempre dallo stesso rapporto Censis - aggiunge Rosi - che misura la percezione che i cittadini hanno della sanità nelle diverse regioni, risulta anche che gli umbri hanno apprezzato il lavoro che la Regione sta facendo per la modernizzazione della rete ospedaliera. Una modernizzazione che è passata e passa attraverso l' inaugurazione degli ospedali di Orvieto, Città di Castello, Foligno, la completa realizzazione del polo del Silvestrini e l' unificazione degli ospedali di Gubbio-Gualdo Tadino, Todi-Marsciano, Narni-Amelia».

Pubblicato il: 03/03/2006

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