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Rifiuti a Le Crete, nuovi indagati

Il blitz della finanza nell'aprile di due anni fa, sotto inchiesta finirono politici, tecnici e amministratori. La procura chiude le indagini allargando il numero degli "avvisati"

ORVIETO - Rifiuti: la procura si appresta a notificare la chiusura delle indagini sulla discarica de "Le Crete". A poco meno di due anni dal sequestro della Guardia di finanza del 26 aprile del 2004, il procuratore capo, Calogero Ferrotti, chiude il fascicolo aperto con l'obiettivo di verificare se nell'impianto orvietano siano state smaltite quantità di rifiuti in eccesso rispetto a quanto consentito e se siano giunte dalla Campania sostanze "non contemplate" dall'autorizzazione regionale. Unica cosa che trapela dal palazzo di giustizia è che l'inchiesta, in questi due anni, si sarebbe ampliata arrivando, con la chiusura, ad annoverare nuovi iscritti sul registro degli indagati. Il cui numero e la cui natura (tecnici, politici o amministratori) restano, tuttavia, top secret. Altri nomi, dunque, andrebbero ad aggiungersi a quelli già al centro dell'inchiesta. Quelli "eccellenti" dell'ex commissario straordinario per la Campania, Corrado Catenacci, dell'ex assessore regionale all'ambiente, Danilo Monelli all'ex sindaco di Orvieto, Stefano Cimicchi. Accanto ai quali figuravano i quattro dirigenti della Sao: il presidente Sante Agarini, l'amministratore delegato Giorgio Custodi, l'ex amministratore delegato, Francesco Ansuini e il direttore dell'impianto, Antonio Fabrizi. Tutti indagati per reati ambientali e violazioni al decreto Ronchi. I sette nomi divennero poi otto con il coinvolgimento nell'inchiesta dell'ex dirigente delle politiche ambientali della Regione, Mario Valentini. L'inchiesta avrebbe sviscerato in lungo e in largo l'accordo sottoscritto tra Umbria e Campania, sia sotto il profilo politico che tecnico, per fronteggiare l'emergenza rifiuti che rischiava di mettere in ginocchio la regione partenopea. E, in particolare, si sarebbe concentrata sul rinnovo dell'accordo di convenzione siglato per far fronte all'emergenza. Tra i vari filoni che si sono dipanati nell'inchiesta un particolare interesse avrebbe suscitato, poi, la verifica strettamente economica dei conti relativi ai trasporti. E dunque la verifica dei conti delle società che si sono succedute - come previsto dagli accordi di programma - nella gestione dei trasporti stessi. Si trattava, nel caso dei primi due accordi, della Ecolog Spa, società creata da Trenitalia nel luglio 2000. Un operatore che offre servizi di logistica e trasporti nel ciclo dei rifiuti, anche a mezzo ferroviario. Mentre con il terzo accordo il mandato è stato, invece, assegnato alla Sao, che lo ha concesso in gestione alla Interpark srl, una società interamente controllata da EnerTad tramite Tad energia ambiente Spa del gruppo Agarini, specializzata nella raccolta di rifiuti solidi urbani pericolosi e non pericolosi, attiva nella raccolta, trasporto e trattamento di rifiuti speciali per numerose aziende del centro Italia.

Pubblicato il: 27/02/2006

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