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Omicidio Mencarelli, spunta un possibile alibi

La difesa attende i tabulati telefonici sui quali dovrebbe essere stata rilevata una telefonata che dimostrerebbe la presenza del presunto assassino nei pressi della propria abitazione e non sul luogo del delitto

ORVIETO - Omicidio Mencarelli, spunta una telefonata che potrebbe dare un alibi a Crociani. Mentre cominciano ad arrivare i primi esiti del Ris che confermerebbero tracce di polvere da sparo sul giaccone del presunto assassino, la difesa resterebbe in attesa di tabulati telefonici importanti sui quali dovrebbe essere stata rilevata una telefonata che dimostrerebbe la presenza del presunto assassino nei pressi della propria abitazione, nei minuti in cui si sarebbe consumato l'omicidio, e non sul luogo del delitto. Si tratterebbe della telefonata di un teste fatta presso l'abitazione della madre, vicina di casa di Crociani: nella conversazione emergerebbe che il pensionato di Acqualoreto, intorno alle nove o forse prima - ma questo sarà il tabulato a riferirlo con chiarezza - aveva acceso il trattore per effettuare alcuni lavori nel campo intorno alla casa dei suoi vicini. Insomma la difesa, sostenuta dall'avvocato Giuseppe Marruco, in attesa dei definitivi riscontri scientifici, punterebbe tutto sugli orari per confermare l'alibi di Crociani che dal carcere continua a negare ogni addebito. Crociani quella mattina stava aiutando alcuni operai in lavori di ristrutturazione intorno alla propria abitazione. Poi per circa mezz'ora sarebbe sparito. Ma la telefonata, adesso, potrebbe aiutare a circostanziare meglio gli spostamenti del pensionato di quella mattina: questione di lancette insomma. Intanto i primi esiti del reparto speciale dei carabinieri avrebbero trovato tracce di polvere da sparo sul giaccone di Crociani, sequestrato a due giorni dal delitto dopo che il pensionato lo aveva lavato. Una circostanza che non stupisce più di tanto l'avvocato della difesa in quanto Crociani ha sempre sostenuto di aver sparato ad una cornacchia quella mattina. Schiacciante invece sarebbe trovare residui di sangue o di materia cerebrale sugli indumenti all'esame del Ris. Un'ipotesi plausibile vista la vicinanza da cui è partito il colpo. Tuttavia gli inquirenti ritengono ormai chiuse le indagini da tempo e sono convinti di stringere in mano prove schiaccianti nei confronti del pensionato, prove alle quali poco o nulla potrebbero aggiungere gli esami della scientifica dell'Arma. A partire dalle testimonianze raccolte: in primis quella della prostituta che era con l'elettrauto e che, testimone oculare, avrebbe fatto il suo nome, ma anche quelle di numerose altre persone che non si conoscerebbero tra loro e che avrebbero portato chiaramente alla luce il movente del delitto: la gelosia. A questo si aggiunga la telefonata fatta Crociani alla prostituta dopo il delitto. L'arma utilizzata, sequestrata insieme ad un'altra al pensionato, un fucile calibro venti caricato con una cartuccia rarissima (una Mininestor gialla) non più usata da anni e che, per un accordo tra le ditte produttrici, è stata distribuita in pochissimi esemplari sul commercio.

Pubblicato il: 25/02/2006

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