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Consorzio agrario Terni -Rieti. I sindacati accusano i commissari di latitanza

Proclamato lo stato di agitazione. Nel mirino Giampaolo Cocconi, Luigi Giuliano e Stefano Olimpieri "che, con una indennità di 2.500 euro mensili lordi a testa, al netto dei rimborsi, avrebbero dovuto guidare il Consorzio verso una via d'uscita"

foto di copertina

I sindacati attaccano con durezza la gestione commissariale del Consorzio agrario interprovinciale Terni-Rieti, una societrà tra aziende private che ha costituito negli anni Ottanta e Novanta un riferimento importante per l'imprenditoria agricola.

"Ebbene- comunicano Cgil, Cisl e Uil - dopo 15 anni di procedura di liquidazione con innumerevoli proroghe e ben tre commissari liquidatori da tre anni a questa parte, nominati dal Ministero delle attività produttive e dal Ministero dell'agricoltura, e la progressiva perdita di occupazione rispetto alle 55 unità occupate in quegli anni, siamo prossimi al collasso".

"Fatto grave- continua la nota- se consideriamo che da tre anni "operano" tre commissari (Giampaolo Cocconi, Luigi Giuliano, Stefano Olimpieri) che, con una indennità di 2.500 euro mensili lordi a testa, al netto dei rimborsi, avrebbero dovuto guidare il Consorzio verso una via d'uscita che ne salvaguardasse ruolo e funzione sul territorio, nell'interesse di qualche migliaio di imprese agricole, oltre l' occupazione diretta ed indotta".

In conseguenza di questa situazione e data la "latitanza al confronto dei commissari" le organizzazioni sindacali hanno proclamato lo stato di agitazione delle maestranze presso tutte le strutture del Consorzio.

"Siamo impegnanti- sostiene Stefano Olimpieri, commissario dal 2003- a trovare una soluzione in una condizione che è diffiile da quindici anni e la proroga dell'esercizio al 31 marzo sostiene questo nostro tentativo".

Pubblicato il: 23/02/2006

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