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SII. Quattro distacchi e una gaffe

Gli impiegati del servizio idrico integrato hanno posto i sigilli, con tanto di indicazione "chiuso per morosità. E domani tocca al leader del Collettivo Il Manifesto, Giulio Montanucci

ORVIETO - Quattro distacchi e una gaffe. Come annunciato dal Sii, i distacchi dell'acqua, ieri mattina di buon ora, ci sono stati. Ma quattro, non cinque come preannunciato. Perché col quinto rubinetto, quello di un negozio di artigianato di via del Duomo, il Sii è incorso nell'ennesimo abbaglio. E poco prima delle nove, gli impiegati del servizio idrico integrato hanno finito per mettere i sigilli, con tanto di indicazione "chiuso per morosità", sul contatore di un utente in regola coi pagamenti. A nulla è valso che il titolare del negozio, vistosi recapitare la notifica di distacco, avesse inviato al Sii, nei giorni scorsi, le ricevute di pagamento. Unico intoppo (l'acqua è stata riallacciata un'ora dopo) in una giornata che si preannunciava di battaglia, con le forze dell'ordine allertate, e in cui, invece, è filato tutto liscio. Probabilmente solo perché la mappa dei "morosi", stavolta, per ovvie ragioni di privacy, non era nota agli esponenti del movimento per la ripubblicizzazione dell'acqua. L'incognita della protesta si riaffaccia ora per la giornata di mercoledì mattina col distacco del contatore di un utente del centro storico che, dall'inizio, ha animato la protesta contro il caro acqua. La tensione resta alta. "Sottrarre l'acqua ad un minore, ad un ammalato o ad un portatore di handicap è un reato, del quale la magistratura non potrà non interessarsi - affermano dal collettivo de "Il manifesto" Se le tubazioni verranno chiuse in abitazioni dove hanno residenza portatori di handicap, ammalati o minori sarà indicata la piena responsabilità sia dei mandanti dell'ordine di chiusura che degli operatori che direttamente metteranno i sigilli: ogni individuo è totalmente responsabile delle proprie azioni. L'acqua è di tutti. Chi opera per la sua distribuzione può avvalersi delle vie legali per farsi corrispondere quanto ritiene gli sia dovuto. Ma non può chiudere i rubinetti; farlo è un comportamento grave da annoverare fuori del vivere civile. Il collettivo del manifesto non si arrenderà alla tracotanza di persone e carrozzoni parassitari. Non smetterà di controbattere finché il patrimonio acqua tornerà ad essere realmente pubblico".

Pubblicato il: 21/02/2006

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