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Pari opportunità

Il dibattito intorno alla neo approvata modifica dell'art.51 della Costituzione. 'La Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini'.

Cronaca

di Maria Flavia Timperi

Pari opportunità e donne in politica: il significato della modifica Costituzionale dell'art.51, la sua interpretazione e le prospettive che a questa si accompagnano, l'urgenza di norme di attuazione che non vanifichino la disposizione relegandola al rango di mera norma di principio e le perplessità sull'eventuale adozione del sistema delle quote "panda", gli aspetti metagiuridici e socio-culturali della questionequesti solo alcuni dei temi emersi nel corso del dibattito, promosso da FIDAPA (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari), tenutosi giovedì 27 marzo presso la Sala del Governatore del Palazzo dei Sette.

"Tutti i cittadini dell'uno o dell'altro sesso possono accedere agli Uffici Pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza", questa l'originaria formulazione dell'art.51 della Costituzione che la modifica approvata il 20 febbraio scorso (accolta peraltro con una certa freddezza dalla stampa) precisa aggiungendo l'assunto: "La Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini".

In che termini ed in che misura siffatta integrazione sarà in grado di incidere positivamente sulla realtà della scarsa presenza femminile in Parlamento e nei luoghi di potere?

Per la professoressa Elisabetta Zuanelli, ordinario di Comunicazione istituzionale presso l'Istituto Superiore dell'Economia e delle Finanze, il dettato costituzionale offriva già prima della modifica gli strumenti affinché la Repubblica (che non è un soggetto astratto e distante ma è il nostro sistema politico, la nostra società con i nostri meccanismi di vita e di lavoro) si adoperasse concretamente per riequilibrare la scarsissima presenza femminile nelle cariche pubbliche per cui "occorre soprattutto, al di là di una norma giuridica che potrebbe rimanere una mera indicazione, consapevolezza, impegno e una maturazione culturale che va sollecitata ad ogni livello".

Convinta invece dell'importanza del vincolo teleologico creato dalla nuova norma, la dottoressa Alessandra Robatto, difensore civico e consigliera di pari opportunità di Terni, secondo la quale la modifica dell'art.51 offre un'arma in più per promuovere la parità di accesso e per fare una politica di genere (come dimostrato dall'esperienza francese) e un salto in avanti rispetto alla nota sentenza del 1995 con cui la Corte costituzionale censurava il sistema delle quote.

Il dottor Stefano Cimicchi, sindaco di Orvieto, sottolinea l'esigenza di sviluppi economico-sociali (scelte urbanistiche, incentivi alla famiglia, maternità) perché "le condizioni materiali influenzano le posizioni culturali e queste le pari opportunità".

Numerosi gli spunti di riflessione offerti dal dibattito e questo è già un traguardo per Alessandra Fiumi, presidente della sezione orvietana di FIDAPA, che conclude sottolineando come l'unico limite della donna sia quello che da sola si dà.

Pubblicato il: 29/03/2003

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