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Diesse. Senza perdono non c'è pace proficua e duratura

Peones feroci vogliono vendetta. Ma Posti tranquillizza

foto di copertina

di Dante Freddi

I diesse fanno notizia.

I commentatori locali si soffermano sugli umori di Cimicchi e sugli atteggiamenti del "Correntone". 

Alcuni sentono odore di vendetta.

I disobbedienti alla linea maggioritaria, che vuole Loriana Stella senatore, potrebbero regalare voti ad  Ali Khalil "Rashid" e ad Antoniella. Tanti quanti sono necessari per far capire che senza di loro non c'è futuro per nessuno.

Intanto il segretario Posti si "spertica" per assicurare che il partito è tutto unito e unanime sulla candidatura della Stella.

Posti evidentemente è un diessino vecchia maniera, maniera PCI, e non conosce ancora a fondo, ma le imparerà presto, le dinamiche  che esistono all'interno di un partito in cui centralismo democratico e regole succedanee e successive sono tutte saltate.

"Nessuno garantisce più nessuno". Stefano Cimicchi disse queste testuali parole durante una conferenza stampa il giorno successivo alle elezioni quando, pure consigliere regionale (ancora era lui l'eletto), dovette rilevare che mancavano all'appello un mucchio di voti. Era comprensibile la sua delusione e sembrò uno sfogo.

Nel frattempo consiglieri pessimi di una e dell'altra fazione hanno contribuito a tenere alto lo scontro ed hanno gettato tanto di quel fango che si sono inzaccherati tutti.

Il problema non sono le conseguenze sui risultati elettorali che si possono produrre ( i voti sono all'interno della coalizione di centrosinistra), ma il clima che si instaurerà dopo il 9 aprile.

"Nessuno garantirà più nessuno", né all'interno dei diesse né nella maggioranza né nelle istituzioni governate.

Appelli alla pacificazione in nome della necessaria unità sono ormai del tutto inutili, perché potrebbero essere raccolti soltanto da persone responsabili, come lo sono certamente i leader diesse, ma non certo i tanti "peones" animati da tanta voglia di dimostrarsi feroci e quindi fedeli, più feroci e più fedeli, fino alla stupidità. Né si può ipotizzare, come fa qualcuno, ad un rinnovamento generazionale. Come si fa a pensare che siano da "rinnovare" persone sui cinquant'anni, proprio quando sono in grado di esprimere il meglio? come si fa a pensare che si "facciano rinnovare" dirigenti che possiedono il controllo di tutte le leve del partito e delle istituzioni?

La soluzione?

Tutta nelle mani degli altri.

Se la Margherita aumentasse voti, se Rifondazione premesse, se lo Sdi uscisse dignitosamente dalla tornata elettorale, se il centrodestra si dimostrasse un avversario reale e visibile, allora forse il pericolo potrebbe ricompattare tutti i diesse intorno a comuni interessi ideali e personali.

Forse, perché senza il perdono non c'è pace proficua e duratura.

Pubblicato il: 16/02/2006

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